Meloni ridicolizza le tradizioni campane: “Sprecano soldi per la sagra del caciocavallo”
Feb 23, 2024 - Giuseppe Mennella
Giorgia Meloni ospite a "Porta a porta"
Giorgia Meloni e i fondi regionali per la Campania: la premier ha espresso il proprio disappunto verso il modo in cui la regione guidata da Vincenzo De Luca gestisce le proprie economie, finanziando iniziative culturali e gastronomiche evidentemente poco gradite dalla leader di FdI.
Meloni e i fondi sviluppo in Campania: “Li usano per la sagra del caciocavallo”
Il Presidente del Consiglio ha parlato nella trasmissione “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa nella serata di ieri 22 febbraio: nella lunga chiacchierata andata in onda su Rai1, tra i tanti temi toccati si è parlato anche di fondi regionali ed in particolare di come verrebbero utilizzati dalla Campania.
Le parole della Meloni fanno seguito alla polemica mossa dal governatore campano Vincenzo De Luca circa i Fondi Sviluppo e Coesione, colpevolmente bloccati dal governo centrale secondo l’ex sindaco di Salerno, in merito ai quali è stato anche chiesto un incontro con il Capo dello Stato ed avanzato un ricorso al Tar.
Sulla poltrona di Vespa, la premier dimostra di aver “studiato” in che modo sono stati spesi i FSC in Campania, cioè finanziando, tra l’altro: “La sagra del fagiolo e della patata, la sagra dello scazzatiello, la rassegna della zampogna, la sagra del cecatiello, la festa del caciocavallo podolico“, cui segue sarcastica una risatina del capo del Governo. La premier conclude: “Capisco, la festa del caciocavallo, la foto col caciocavallo, si fa più consenso, però obiettivamente mi chiedo se queste siano le priorità di una regione come la Campania”.
Gli FSC servono (anche) a questo
Nella diatriba tutta politica tra la premier di centrodestra ed il governatore di centrosinistra ci finiscono quindi alcune delle tradizioni gastronomiche campane tra quelle che hanno beneficiato di fondi regionali per poter essere valorizzate in eventi di promozione. Tutto è migliorabile, soprattutto la gestione di fondi pubblici nella realtà campana come in quella di ogni altra regione.
Ma la Meloni ha dimostrato quantomeno “poca eleganza” nel deridere con sufficienza alcune iniziative che hanno, in primis, ricadute economiche assolutamente positive nei territori – perlopiù aree interne e disagiate – nelle quali si svolgono. Il che sarebbe proprio uno degli obiettivi dei Fondi Sviluppo e Coesione: favorire la riduzione degli squilibri economici e sociali sul territorio nazionale, anche spingendo su cultura e turismo.
Una citazione strumentale di alcune voci di spesa, messe in sequenza per suscitare anche nel pubblico ciò che il sorrisetto finale sancisce con arroganza: la ridicolizzazione di tradizioni che ogni anno richiamano migliaia di turisti e visitatori in aree soggette, da decenni, ad un ormai endemico fenomeno di emigrazione: con la graduale erosione di interi paesi ricchi di storia, cultura ma soprattutto esempi di fiera resilienza come i tanti centri dell’Irpinia, del Sannio e del Cilento che il governo nazionale dovrebbe tutelare anziché sbeffeggiare sulla prima rete TV nazionale.
Il caciocavallo podolico tra i prodotti tradizionali riconosciuti dal Ministero: in Campania sono 457
Che la premier abbia probabilmente altri gusti alimentari che non il caciocavallo podolico, è lecito: va però precisato che il gustoso derivato del latte rientra tra i prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole del paese che governa. In ottima compagnia, visto che nella sola Campania, tale forma di tutela è assegnata a ben 457 prodotti tipici.
Quasi quanti ne contano Lombardia e Piemonte messi insieme: ovviamente le tradizioni locali raccontano di popoli, passato ed identità e come tali vanno rispettate tutte. Ma cosa avrebbero detto le “stampelle” della Lega se la Meloni avesse riservato la stessa risatina alla robiola bresciana o al sedano rosso di Orbassano?