Sul caso de La Sonrisa, il celebre ristorante conosciuto anche come Castello delle Cerimonie, recentemente confiscato, si è espresso il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, confermando le sorti del locale del celebre programma di Real Time.
“Storia finita, c’è stato abusivismo edilizio. È un caso chiuso con una vicenda di lottizzazione abusiva accertata dalla magistratura” – queste le parole del prefetto, pronunciate a seguito di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con rappresentanti istituzionali, chiudendo il caso Castello delle Cerimonie.
Stando alle sue parole, dunque, appena il provvedimento della Corte di Cassazione sarà trasmesso al Comune di Sant’Antonio Abate scatterà l’acquisizione al patrimonio pubblico. La struttura non sarà più sotto la proprietà della famiglia Polese: il Castello di don Antonio, ereditato da donna Imma e Matteo, passerà nelle mani dell’amministrazione comunale.
A questo punto si aprirebbero 3 possibili scenari: l’abbattimento, la rigenerazione urbana ad indirizzo sociale (il Castello potrebbe essere trasformato in una struttura utile alla collettività, come un asilo) oppure l’opportunità di una gestione esterna con interesse pubblico. Questa ultima alternativa manterrebbe la natura ricettiva del luogo, salvando anche il posto di lavoro di centinaia dei dipendenti, ma a capitanare La Sonrisa non sarebbero più i Polese.
“Condividiamo le parole del Prefetto. La nascita di questa struttura come è stato certificato anche dai giudici è indecente, abusiva e puzza di criminalità. Di certo non consentiremo nessuna continuità gestionale e tantomeno che questa situazione determini un’opportunità da sfruttare con l’intermediazione di qualche prestanome. Vigileremo affinché la nuova gestione sia trasparente e lontana da ambienti criminali, verificando la possibilità di affidare ai lavoratori stessi il futuro dell’azienda. Sarebbe un segnale importante nei confronti di tutti gli imprenditori onesti che hanno sempre rispettato le regole” – è il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli.