Uno dei più noti giornali inglesi, il Telegraph, dedica un articolo alla Circumvesuviana: un quadro disarmante con il riepilogo dei peggiori difetti di quella che definisce la “peggior ferrovia d’Italia”, tra eventi reali di cronaca ed il solito pregiudizio su Napoli.
Un articolo a quattro colonne sull’edizione domenicale del prestigioso Telegraph, di domenica 17 marzo: al centro dell’attenzione del giornalista Nick Squires quello che viene definito tonka train, traducibile come “trenino giocattolo”.
Si tratta della Circumvesuviana, la ferrovia locale gestita da EAV Srl, giunta agli onori della cronaca inglese non certo per la sua eccellenza ma per i frequenti episodi di disagio e disservizio. Due le testimonianze riportate dal periodico londinese: quella dell’archeologa Sophie Hay, che per molti anni ha lavorato a Pompei, e quella di Giovanni Masturzo, ideatore della popolare pagina satirica “Circumvesuviana – Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti” ed autore del libro “Circuvesuviana state of mind“.
La pagina di Masturzo conta 200.000 followers: “Un modo per trasformare tutto lo stress e la frustrazione in qualcosa di divertente e spensierato – ha dichiarato Masturzo al Telegraph – Aiuta le persone a sopportare tutte le seccature di un treno che spesso è in ritardo e sovraffollato, un po’ una giungla. È un rifugio emotivo, un modo per disinnescare la rabbia delle persone”, ha aggiunto. “Ed è molto napoletano: la capacità di usare l’umorismo come modo per affrontare circostanze difficili. Ma piace ai pendolari di tutta Italia perché stanno attraversando esperienze simili”.
Negli anni, Masturzo ha dato visibilità ad episodi grotteschi come il cavallo fotografato alla stazione di Castellammare Terme o il “polpo canaglia”, che sembrerebbe scappato da una busta di plastica di un improponibile venditore ambulante: “È uno dei personaggi della Circumvesuviana”, ha detto Masturzo al Telegraph. “La mattina va a pescare e sale a bordo con un sacco pieno di pesci, che gocciola acqua su tutta la carrozza. Chiede ai passeggeri se vogliono comprarne qualcuno.”
Ed il polpo ? “Qualcuno evidentemente lo aveva appena catturato nel golfo e lo stavano portando a casa per cucinare. Ma è riuscito a scappare eroicamente. Si è dimenato intorno alla carrozza per un po’ finché non è stato finalmente ripreso”.
L’archeologa inglese Sophie Hay, che lavora agli scavi di Pompei, avrebbe invece raccontato ai reporter connazionali: “Mette in mostra la vera Napoli“. È lei ad aver coniato la definizione del tonka train: “E’ vero che ha i suoi problemi. È spesso sovraffollato e in estate l’odore del sudore è piuttosto intenso. L’app è spazzatura e soprattutto non funziona. Detto tutto questo, mi piace. È grintoso e ti senti parte del paesaggio. Il personale è sempre molto gentile, devo dire“.
Un disco purtroppo già sentito, colonna sonora di un film che i pendolari sono costretti a vivere quotidianamente per la sola cocciutaggine di esser voluti nascere in una delle regioni più belle e bistrattate al mondo. E per la perseveranza di esserci rimasti a studiare o – udite udite – a lavorare. Momento di folclore passeggero per i turisti che devono raggiungere alcuni tra i siti più visitati ed affascinanti del pianeta, nonostante tutto.
Fatti tangibili, pittorescamente riportati per provare a non impazzire, a riderci su. Che mettono nella tastiera del giornalista del Telegraph le seguenti parole, che a chi vive in questa terra fanno male come coltelli: “(La Circumvesuviana) è stata recentemente votata come la peggiore rete ferroviaria d’Italia, un percorso scricchiolante e pieno di perdite (d’acqua, ndr) che trasporta turisti disorientati e pendolari stanchi tra Napoli e varie città intorno al Vesuvio”.
“Vantando un uomo che vende pesce, stazioni vecchie e guasti così gravi che i viaggiatori a volte sono costretti a scendere e camminare fino alla stazione successiva, la Circumvesuviana ricoperta di graffiti è caotica anche per gli standard napoletani, una città nota per la sua mancanza di ordine. I passeggeri più esperti sanno che quando piove è necessario aprire gli ombrelli all’interno per proteggersi dall’acqua che scorre attraverso il tetto delle carrozze. La gente del posto non esita affatto a salire a bordo di scooter guasti che devono portare dal meccanico. I piccioni entrano e scendono dalle carrozze in cerca di briciole e occasionalmente i topi provocano il panico“.
D’altra parte, per cosa sarebbe nota la città di Napoli con i suoi tre millenni di storia se non fosse per la sua mancanza d’ordine?