“Mi chiamo Boban Milanovic , vivo a Caivano con mia madre, sono senza documenti, senza un lavoro ed ho chiesto aiuto ai servizi sociali ma mi hanno sempre ignorato“. Sono queste le parole d’esordio di una lunga intervista fatta da Fan Page a Boban, nato in Italia ma apolide, cioè privo si qualsiasi cittadinanza. Nato a San Gavino Monreale (Ca) da genitori macedoni, è di etnia rom e nella confusione delle guerre dei Balcani i suoi familiari persero la cittadinanza.
“Ho problemi anche quando mi fermano i carabinieri per strada, – commenta Boban – perché vogliono i documenti ed io non posso mostrarglieli“. Oggi vive a Caivano con la madre ed i fratelli più piccoli, mentre gli altri suoi fratelli sono stati affidati a delle famiglie, ma non riesce a trovare alcun lavoro, perché non ha documenti per essere riconosciuto e per essere messo a posto. Così, all’età di 17 anni decise di cominciare a spacciare hashish e venne arrestato.
“Mi sono messo a spacciare, – racconta il ragazzo – però io l’ho fatto per una questione economica e per aiutare mia madre. Sono stato arrestato e con la causa mi diedero sei mesi con pena sospesa. Quella roba io la compravo a Napoli e la vendevo qui, a Caivano, per aiutare la mia famiglia ad andare avanti, ma guadagnavo solo 300 euro a settimana che se ne andavano tutti per le spese legali.”
E mentre mostra l’articolo di un noto quotidiano che lo riguarda continua a confidarsi e a raccontare come ha fatto ad iniziare questa attività. “Un mio amico mi disse di un suo conoscente che aveva bisogno di un ragazzo che vendesse hashish e così iniziai a lavorare per loro. Ora mi chiamano e io consegno la roba a ragazzi, adulti, anziani, non c’è limite d’età“. […] “Io vorrei smettere, – continua Boban – perché sono stanco, non è la vita che voglio, vorrei solo vivere come tutti gli altri cittadini italiani. Avere dei documenti, andare a lavorare e vivere con tranquillità e serenità“, conclude.
Come dimostra questo ragazzo non tutti gli stranieri sono dei delinquenti, perché ci sono quelli onesti che vengono in Italia per lavorar sodo. A maggior ragione quando si tratta di ragazzi nati in Italia e quindi a tutti gli effetti cittadini italiani, che non vengono riconosciuti come tali, con tutti i diritti e i doveri degli italiani. Sono molti i casi, come quello di Boban, che costretti a guadagnarsi il pane per vivere devono ricorrere alla malavita e ai soldi cosiddetti “facili”. Non possiamo permettere tutto questo, non possiamo permettere che un ragazzo di 17 anni lasci la scuola per andare a spacciare e per di più vivendo senza documenti e senza esser riconosciuto dallo Stato.