In Svizzera un servizio dedicato al vulcano dei Campi Flegrei. RSI, la televisione pubblica elvetica, ha dedicato un documentario al super vulcano, non senza utilizzare dei toni eccessivamente allarmistici specialmente in un periodo di particolare attività bradisismica.
Così è stato presentato il documentario di RSI sui Campi Flegrei: “Napoli nasconde un mostro silenzioso. Si tratta di uno dei vulcani più pericolosi al mondo, la cui attività allarma gli esperti e il governo italiano. Non è il Vesuvio, bensì i Campi Flegrei, ossia “la terra ardente”. La possibile ripresa dell’attività di questo supervulcano, che conta quaranta crateri, preoccupa i 500’000 abitanti che vivono nella zona rossa e minaccia i dodici milioni di turisti che ogni anno visitano la città. Nella regione, le scosse sismiche sono ormai all’ordine del giorno e lo scenario di una grande eruzione non è escluso. Nel reportage incontriamo i napoletani preoccupati e gli scienziati pronti a dare l’allarme da un momento all’altro. Il rischio di una grande eruzione potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera Europa”.
I vulcanologi e geologi interpellati per parlare del super vulcano dei Campi Flegrei hanno, anch’essi, utilizzato toni allarmistici: “Su Napoli incombe una minaccia, un pericolo che spaventa pure l’Europa. Un vulcano più pericoloso del Vesuvio sta sotto i piedi di tre milioni di persone. Alcuni scienziati ritengono sia stato responsabile della scomparsa dell’uomo di Neanderthal e 40mila anni dopo mostra segni di risveglio. La catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento. I danni che causerebbe oggi anche un’eruzione di quel tipo sarebbero molto grandi. Non solo la Costiera Amalfitana, ma l’intero Sud Italia sarebbe gravemente colpito dalla ricaduta delle ceneri. Accadesse oggi, ci sarebbero danni e distruzione nella maggior parte dell’Europa. Avrebbe un effetto domino, con notevoli ripercussioni economiche anche a livello mondiale”.
Messaggi accompagnati dalle ricostruzioni grafiche di genere apocalittico, con la città di Napoli sommersa dalle ceneri, Piazza del Plebiscito avvolta dalle fiamme e dal fumo, mentre la sola sommità del Vomero, la collina di San Martino, riesce ad emergere proprio grazie alla sua sopraelevazione. Uno scenario, insomma, terrificante che mal si concilia con lo scenario di una possibile ipotizzato dagli studiosi che nei Campi Flegrei ci lavorano e lo monitorano ogni giorno. Attualmente, infatti, se proprio dovesse verificarsi un’eruzione sarebbe di tipo subpliniano, cioè di media entità. Ad oggi, non ci sono elementi per cui si possa ritenere vicina un’eruzione, per cui stiamo parlando di una mera e pure ipotesi.