Campi Flegrei, il vulcanologo tranquillizza: “Possibili terremoti forti ma non sarà come l’Irpinia”
Mag 21, 2024 - Stefano Esposito
La redazione di Vesuvio Live ha raggiunto il Vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano Giovanni Macedonio, che in diretta sui nostri canali Facebook ha analizzato il delicato momento che stanno vivendo i Campi Flegrei, culminato con lo sciame sismico di questa notte avvertito in tutta l’area metropolitana di Napoli.
Campi Flegrei, il vulcanologo tranquillizza: “Possibili terremoti forti ma non sarà come l’Irpinia”
“È vero, quella delle ore 20,10 del 20 maggio 2014 è stata la scossa più forte degli ultimi quarant’anni con una magnitudo di 4.4. Ma i Campi Flegrei si stanno sollevando dal 2005, e dal 2012 al fenomeno è stato attribuito il codice giallo dalla Protezione Civile. Da quel momento il nostro monitoraggio è diventato capillare, con bollettini settimanali e controllo 24 ore su 24”.
“Lentamente sta aumentando la velocità di sollevamento, e questo comporta un aumento dei terremoti in termini numerici e di intensità. La differenza sostanziale con il bradisismo degli anni ottanta è che all’epoca il terremoto si sollevò di 1,80 metri, mentre adesso siamo ad 1,10 metri ed il processo è molto più lento”.
“È chiaro, questi terremoti così forti creano disagio, ma non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli dell’Irpinia. Quello non è uno scenario possibile: per avere un terremoto del genere ci vuole una faglia di dimensioni maggiori rispetto a quella dei Campi Flegrei. Due faglie con dimensioni diverse non possono provocare terremoti della stessa intensità”.
“Quello che però possiamo aspettarci è che avvengano molti terremoti piccoli e qualcuno, raramente, più intenso. Ci saranno altri sciami in futuro? Si, e non si può escludere che tra qualche giorno ce ne sia un altro. Il terremoto di ieri di magnitudo 4.4 è insolito: negli ultimi quarant’anni è avvenuto solo questo. Sono rari, ma non sono impossibili: dunque dobbiamo essere pronti all’eventualità che nei prossimi mesi avvengano eventi di questo tipo”.
“Come ci si prepara? Stando attenti, facendo prevenzione. Verificando i cornicioni e le lesioni che possono avere le proprie abitazioni. Qui vige molto il buon senso, e le persone che vivono ai Campi Flegrei ne hanno molto. Confido molto nell’auto tutela delle persone. Chiaramente associato a questo vanno fatte verifiche come stanno facendo i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile, per tamponare possibili situazioni di collasso. Anche se non arriva un terremoto forte che fa crollare una casa, anche uno più piccolo che fa cadere una libreria può essere pericoloso”.
“Non abbiamo un allarme che prevede una evacuazione, ma bisogna prepararsi a questo. Nell’ipotesi più ottimistica, ovvero che questo processo continui così, bisogna imparare a conviverci con la prevenzione. Il fatto che il processo sia lento e che non avvengano terremoti come quello in Irpinia ci consente di avere il tempo per mettere in campo delle contromisure”.
“L’evacuazione è l’ultima opzione: io sono a conoscenza del fatto che il 31 maggio ci sarà una prova di evacuazione nell’area della caldera. Ci si sta preparando a scenari che anche se non vengono messi in atto ma bisogna essere pronti. È come l’estintore, anche se non si usa mai bisogna averlo”.