Nuovo sciame ai Campi Flegrei, più scosse durante la notte: la più forte di magnitudo 2.7
Mag 25, 2024 - Veronica Ronza
Terremoto Campi Flegrei
Un nuovo sciame sismico si è verificato ai Campi Flegrei durante la notte con la scossa di terremoto più forte avvertita alle ore 3:03. La magnitudo, come reso noto dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è di 2.7.
Sciame ai Campi Flegrei: altre scosse di terremoto
Una prima scossa, di magnitudo 1.3, avvenuta alle 3:00, è stata seguita da quella più intensa di questo nuovo sciame sismico, di magnitudo 2.7, alle ore 3:03. Dalle 3:09 alle 4:32 si sono susseguite altre 4 scosse, tutte molto lievi, di magnitudo 1.7, 1.1, 1.5, 1.6.
“L’osservatorio vesuviano ha provveduto a comunicare a questa amministrazione che a partire dalle ore locali 2:58 del 25 maggio 2024 è in corso una sequenza di eventi sismici nell’area dei Campi Flegrei. All’orario di emissione del presente comunicato sono stati rilevati in via preliminare 26 terremoti“ – si legge nella nota diffusa dal Comune di Pozzuoli.
“Per eventuali segnalazioni di danni e/o disagi è possibile chiamare i seguenti numeri: Centrale Operativa Polizia Municipale 081 8551891; Protezione Civile 081 18894400. In considerazione di quanto sopra esposto l’amministrazione comunale insieme alla Protezione Civile del Comune di Pozzuoli segue da vicino l’evolversi della sequenza sismica in atto e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno”.
Intanto le istituzioni scientifiche, che stanno monitorando la situazione h24, non rilevano, al momento, alcuna significativa risalita del magma. Le scosse, anche abbastanza forti, che stanno interessando l’area si legherebbero semplicemente al fenomeno del bradisismo che, da sempre, caratterizza la zona, senza attestarsi come eventuali segnali di una possibile eruzione, ritenuta attualmente dagli esperti altamente improbabile. Del resto, una simile crisi, si è già verificata nel biennio 1982-1984, risolvendosi spontaneamente nel giro di due anni e mezzo. Ciò non toglie il fatto che si tratta di una zona per sua natura a rischio per cui le attività di controllo e monitoraggio si rivelano essenziali.