Una pizzeria in una Chiesa del Trecento nel centro storico di Napoli, una struttura precedentemente abbandonata e che era stata usata perfino come garage. Sui social monta però la polemica da parte di chi, vista l’abbondanza di ristoranti, trattorie e simili nel cuore di Neapolis, avrebbe preferito un recupero avente uno scopo diverso da quello a cui è stato destinato.
Stiamo parlando della Chiesa di Santa Maria Porta Coeli, che è sconsacrata e si trova in via San Paolo. La struttura era stata adibita a garage e deposito nei decenni scorsi, mentre della gloria del tempo era rimasto ben poco: sparite le pitture, al suo interno sembra vi fossero anche una statua di Girolamo Santacroce e il sepolcro del nobile Ferdinando Pandone. Per molto tempo è stata dunque una delle decine di chiese chiuse di Napoli, che oggi ha trovato nuova vita venendo trasformata in una pizzeria.
Diciamo subito che il locale, Santissima Pizza, è stato aperto con tutte le carte in regole fornite sia dalla Soprintendenza che dal Comune di Napoli. In merito al divieto recentemente imposto di aprire nuove attività di ristorazione nel cuore antico della città, i due gestori, Salvatore e Savio, fanno sapere che erano in possesso di una precedente licenza; si sono quindi semplicemente “spostati” avendo l’opportunità di recuperare la Chiesa.
D’altra parte è pur vero che quello della tutela e dell’attenzione al patrimonio storico e artistico di Napoli è un tema che si impone con forza, ma è sostanzialmente ignorato da chi avrebbe modo e potere di intervenire. Purtroppo ci troviamo a dover scegliere tra il degrado e la trasformazione di una chiesa avente più di 600 anni in una pizzeria, quando invece beni culturali del genere potrebbero avere una destinazione più adatta e opportuna al loro valore artistico.