È sotto choc Vincenzo Carmine Leone, l’avvocato penalista partenopeo che nel pomeriggio di domenica si trovava in kayak con Cristina Frazzica, la ragazza di 30 anni morta a seguito dello scontro con un’imbarcazione nel mare di Napoli, a pochi metri da Villa Rosebery.
“Eravamo sul kayak, lei seduta davanti, io dietro. Girandosi, si è accorta dell’arrivo dello yacht. Ha avuto solo il tempo di urlare. Io mi sono lanciato in acqua in maniera istintiva. Credo che l’imbarcazione mi sia passata sopra. La barca aveva le murate altissime, non riuscivo a vedere chi fosse alla guida. Potrebbe anche non averci visto” – ha rivelato il giovane, raccontando l’accaduto a Il Corriere del Mezzogiorno.
Dopo essere riemerso dall’acqua si sarebbe poi reso conto che Cristina non ce l’aveva fatta, notando il corpo riverso in acqua, a faccia in giù, circondato da sangue. A nulla sarebbero serviti i ripetuti e disperati tentativi di riportarla in vita, nonostante l’intervento dei soccorsi.
Al momento sono ancora in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica della vicenda e risalire agli eventuali responsabili, rintracciando in particolare la barca che si sarebbe scontrata violentemente contro il kayak, causando il decesso della giovane vittima. Probabilmente, però, la persona alla guida dello yacht non si sarebbe nemmeno accorta della presenza della coppia.
I due si erano conosciuti poche settimane prima ad una festa e, condividendo la stessa passione per il mare, avevano organizzato questa escursione in acqua. Laureata in Biotecnologie all’Università di Milano, Cristina Frazzica era una sportiva, appassionata di trekking, amante del mare e del cielo. Si era trasferita a Napoli da qualche mese per frequentare un percorso di alta formazione.
“Apprendiamo con sgomento della tragica scomparsa della dottoressa Cristina Frazzica, avvenuta domenica 9 giugno nel Golfo di Napoli. Appassionata di ricerca scientifica e brillantemente proiettata verso nuove sfide, era in città per frequentare da allieva il percorso di Alta Formazione PharmaTech Academy” – si legge nel post d’addio diffuso dal Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli.
“Da novembre ha partecipato con entusiasmo e passione alle lezioni e a tutte le attività laboratoriali. Inoltre ha sperimentato nuove tecniche e tecnologie per i farmaci a RNA presso il complesso di Scampia della Federico II. A fine giugno avrebbe completato il suo tirocinio presso una delle aziende con sede in Campania, la Nouscom, che l’aveva contesa, con altre, nella fase di selezione”.
“A luglio avrebbe concluso il percorso formativo e si sarebbe aperta per lei la strada da professionista al servizio della salute umana. Fondazione Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con la tecnologia RNA, l’ateneo, i referenti, i docenti, gli esperti e i colleghi allievi si stringono al dolore della famiglia”.