Arresti a Napoli, colpo al clan Contini: anche un noto ospedale partenopeo nelle loro mani


Nuova ondata di arresti questa mattina a Napoli ai danni di alcuni esponenti del clan Contini, parte integrante del sodalizio denominato Alleanza di Secondigliano, accusati di aver “messo le mani” anche sulla gestione di un noto ospedale partenopeo.

La camorra in ospedale: arresti a Napoli per il clan Contini

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura, nei confronti di 11 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e trasferimento fraudolento di valori, commessi con la finalità di agevolare il clan Contini.

L’organizzazione camorristica, facente parte del sodalizio di Secondigliano, operante nei quartieri di San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera- Poggioreale e Rione Amicizia, avrebbe condotto i propri affari arrivando persino ad influire nella gestione di un ospedale napoletano. Sarebbero, infatti, emersi rapporti di condizionamento del clan nella gestione funzionale del nosocomio ricadente nell’area di influenza del gruppo camorristico.

Oltre alla gestione e alle scelte strategiche ed economiche portate avanti per conto del clan, stringendo rapporti anche con altre consorterie criminali, agli indagati si contesta anche l’intestazione fittizia di due società di noleggio auto a soggetti prestanome, all’uopo reclutati e remunerati, al fine di sottrarsi ad eventuali provvedimenti di sequestro.

Nel complesso sono otto i destinatari della custodia cautelare in carcere (dei quali uno già detenuto da tempo per altra causa) e tre le persone finite agli arresti domiciliari. L’operazione condotta porterà anche al sequestro delle quote e del compendio aziendale delle due società di noleggio auto.

Il provvedimento eseguito è una custodia cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione. Pertanto, i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini, dunque presunte innocenti fino a sentenza definitiva.


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