Sembra un’argomentazione sconnessa e quasi fuori luogo quella fornita presso l’aula di parlamento dal deputato Andrea de Bertoldi che in risposta al collega Francesco Emilio Borrelli, in nome della maggioranza, ha bocciato la proposta sulla tariffa unica riguardante l’assicurazione auto che in città come Napoli (e più in generale in Campania), ad esempio, tende a costare molto di più rispetto al Nord.
“Dopo aver ascoltato, mi permetto di dire, la simpatica oratoria campana del collega Borrelli mi verrebbe da dire quasi ‘ma che bello’. Se si parla di discriminazione territoriale allora lo Stato dovrebbe intervenire anche sulle differenze di costi per le famiglie del Nord sul riscaldamento. Chi vive in montagna e ha 9 mesi all’anno il riscaldamento acceso giustamente dovrebbe pagare al pari di chi vive in città più belle, più soleggiate“ – queste le parole dell’onorevole Bertoldi, subito dopo l’intervento di Borrelli.
Una spiegazione che appare quasi folle e che mette a paragone il vertiginoso e ingiusto aumento dei costi delle polizze assicurative con una situazione nella quale entrano in ballo fenomeni di natura climatica. Eppure il fatto che un cittadino napoletano, pur non compiendo sinistri, si trovi a pagare cifre esorbitanti rispetto ad un concittadino di Milano che compie le medesime azioni, nulla ha a che fare con la bolletta corposa che paga una famiglia residente in una zona montana rispetto ad una che abita al Sud.
In questo caso, appunto, la differenza è data dal consumo maggiore e la stessa situazione si verifica nel Mezzogiorno d’Italia nel periodo estivo quando in città come Napoli e Palermo, che tendono a sfiorare i 40 gradi, si affrontano maggiori costi di corrente legati agli impianti di condizionamento o all’utilizzo di ventilatori.
Una differenza che, invece, nel caso dell’RC Auto non esiste e vede due soggetti, con uno storico di sinistri completamente uguale, sborsare importi del tutto lontani in base semplicemente alla città di residenza. Una visione, dunque, che potremmo definire “razzista” e che vede ancora una volta contrapposti il Nord e il Sud. Del resto lo stesso onorevole, originario di Bolzano, ci ha tenuto a sottolineare in apertura la provenienza campana del deputato Borrelli, trattandola in maniera ironica.
L’onorevole, però, ha spiegato i motivi che sarebbero alla base della disparità di trattamento, tirando in ballo il solito stereotipo che incombe su Napoli: la città partenopea e tutte le altre penalizzate sul fronte dell’RC auto si rivelerebbero capitali di furti e incidenti stradali, ciò spingerebbe le compagnie di assicurazione a praticare prezzi più elevati.
“O le compagnie di assicurazione si divertono a penalizzare la Campania rispetto alla Liguria, e sinceramente conoscendo il mercato non credo, oppure quello che voi dite non sta in piedi. Il punto è solo uno: il mercato. Se una compagnia di assicurazione si trova in un territorio che ha maggiori rischi di furti e incidenti deve alzare i prezzi“ – ha sottolineato.
La sua risposta, tuttavia, non sembrerebbe supportata da alcun dato. Al contrario, i numeri forniti dall’ACI-Istat rivelano che nel 2021 e 2022, ad esempio, la Regione che ha registrato il maggior numero di sinistri stradali è proprio la Liguria seguita da Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Trentino Alto Adige. Tra le più virtuose, di contro, ci sono Molise, Calabria e Basilicata, con Campania, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Puglia al seguito.
L’assicurazione base, dunque, dovrebbe semplicemente coprire l’assicurato in caso di sinistri e, se prendiamo alla lettera il discorso del deputato, dovrebbe a questo punto costare di più al Nord visto che le Regioni contrassegnate da meno incidenti sono proprio quelle del Sud.
L’onorevole Bertoldi ha, però, tirato in ballo anche il problema dei furti che nell’RC Auto è però facoltativo e già di per sé racchiude costi maggiori offrendo comunque una protezione in più. Ma volendo considerare le statistiche anche su questo fronte possiamo rilevare comunque un quadro che, al contrario delle sue parole, non “inchioda” solo il Sud. A fornirlo è l’ultimo Indice della Criminalità, la classifica annuale fornita da Il Sole 24 ore che vede Milano in testa per il più alto tasso di crimini.
Nello specifico a primeggiare nella graduatoria delle città dove si verificano più furti di auto in sosta sono Prato, Milano e Roma. Per i furti di ciclomotori in vetta c’è Livorno mentre per i furti di autovetture ci sono Barletta, Foggia e Napoli. Per la categoria generica dei furti al primo posto c’è ancora Milano, seguita da Rimini.
Con questo, dunque, non si vuole idealizzare Napoli o le località del Sud che, come tutte le città d’Italia e del mondo, sono costrette a fare i conti con alcune piaghe della società, ma è inaccettabile che un deputato possa sparare a zero sul Mezzogiorno d’Italia, direttamente da un’aula parlamentare, sulla base di un pregiudizio e non comprendendo nemmeno il sacrificio che un cittadino campano compie nel mantenersi un’automobile.
Del resto i nostri rappresentanti politici se da un lato hanno bocciato prontamente la proposta di Borrelli che cela un’ingiustizia economica a danno di una sola parte di cittadini, dall’altro non hanno esitato un attimo ad approvare quell’Autonomia Differenziata che quasi sicuramente vedrà il Nord “vestirsi” di ulteriori privilegi.