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Omicidio Thomas Luciani, il macabro racconto: “Calci e sputi mentre era a terra esanime”

Emergono macabri dettagli dell’omicidio di Thomas Luciani, il ragazzo di origini albanesi ucciso a Pescara nel parchetto del Baden Powell per un debito di 250 euro.

Secondo quanto riportato nei verbali contenenti i racconti dei testimoni, ovvero i componenti del gruppo di circa 8 persone che erano presenti all’assassinio del loro coetaneo, i due esecutori non si sarebbero fermati neanche quando Thomas era riverso a terra esanime, continuando ad infierire sul suo corpo “con calci, sputi, sevizie e crudeltà”.

Omicidio Thomas Luciani, il macabro racconto: “Calci e sputi mentre era a terra esanime”

Durante il bagno a mare, che i ragazzi hanno fatto dopo essersi trasformati da normali adolescenti a criminali in pochi istanti, i due avrebbero fatto addirittura “macabra ironia”.

Il decreto sottolinea che i due 15enni hanno ucciso Luciani “operando con crudeltà, mediante calci e sputi mentre era riverso sul terreno esanime”. Gli hanno addirittura spento una sigaretta sul volto. “Ciò che emerge è l’assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare soccorsi o denunciare il fatto alle autorità, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto”, si legge.

Il racconto di un testimone in particolare, anche lui figlio di un carabiniere come uno dei due presunti assassini, ha assunto contorni raccapriccianti, quando ha descritto i rantoli del 17enne, che si avviava verso una morte atroce, e i due 15enni che lo zittivano: “Ero allibito, volevo fermarli ma non sapevo come fare. Sembrava che non ci stessero più con la testa. Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno”.

Alla base dell’efferato crimine, un debito di 250 euro che il ragazzo ucciso doveva a uno dei due: “Diceva che per lui era diventata una questione di rispetto”, si continua a leggere dai verbali. Gli inquirenti stanno valutando la premeditazione: a quanto pare ci sarebbe stato un primo incontro nei pressi della stazione di Pescara, e secondo quanto raccolto uno dei due indagati aveva già il coltello prima di dirigersi verso il parco Baden Powell. Dai verbali emerge anche che il ‘creditore’ era uno spacciatore di sostanze stupefacenti, così come la vittima.

La pelota no se mancha.