Violenza a Quarto, nel Napoletano, dove nella scorsa serata un uomo che stava rientrando a casa da lavoro è stato selvaggiamente aggredito da un gruppo di malviventi che lo hanno picchiato, accoltellato e derubato, ferendolo gravemente.
A denunciare l’episodio alcuni residenti che si sono rivolti al deputato Francesco Emilio Borrelli che, a sua volta, ha reso noto l’accaduto. Stando alle testimonianza, l’uomo aveva appena finito il suo turno di lavoro e si stava dirigendo verso il suo appartamento quando 6 soggetti incappucciati si sarebbero avvicinati a lui.
Gli aggressori avrebbero iniziato prima a minacciarlo poi a picchiarlo brutalmente, colpendolo persino con una lama di un coltello. Un “agguato” di una violenza inaudita che sarebbe sfociato poi in rapina: insanguinato e senza forze, il lavoratore sarebbe stato anche derubato.
Un episodio che segue di poco il pestaggio denunciato ancora una volta dal deputato Borrelli, ai danni di Enrico preso di mira da un parcheggiatore abusivo a Marechiaro semplicemente per essersi opposto alla sua pretesa di pagargli 50 euro per la sosta dell’auto. Il ragazzo è stato letteralmente massacrato davanti agli occhi della moglie, anche lei aggredita dall’uomo, e dei suoi 3 bambini che hanno assistito alla scena rinchiusi in auto.
“Non esiste più posto sicuro per i cittadini. Ogni angolo nasconde una potenziale insidia. Anche le strade di casa, luogo familiare che dovrebbe far sentire le persone tranquille e protette, diventano delle trappole, in alcuni casi mortali. Spesso neanche le proprie quattro mura sono sufficienti a tenere lontano delinquenza e violenza. Quindi dov’è che una persona può sentirsi tutelata e al sicuro?” – ha commentato il deputato Borrelli.
“Le strade non sono mai abbastanza sorvegliate e pattugliate. C’è carenza di agenti e di sistemi di videosorveglianza, senza tener conto che molto spesso i criminali, anche quando vengono consegnati alla giustizia, si trovano in poco tempo messi in condizione di nuocere nuovamente agli altri. La ricetta per delle città più sicure poi non è così complicata: più agenti, più presidi di forze dell’ordine, più telecamere e pene più dure. Il Ministro dell’Interno la conosce ma sembra non voglia cimentarsi tra i fornelli” – ha concluso.