Pubblicato l’ultimo biglietto del fioraio di Ercolano che si lanciò nel vuoto
Ott 24, 2014 - Emanuela Mastrocinque
È passato poco più di un anno dal giorno in cui Antonio Formicola, fioraio di via Resina, scelse di lanciarsi dal terrazzo del comune dopo essersi dato fuoco. Poco più di un anno fatto di indagini frettolose e nessuna risposta in grado di spiegare il perché di un gesto estremo e irreparabile.
Maria Assunta Formicola, figlia di Antonio, ha però voluto rendere noto il contenuto del biglietto, come racconta Metropolisweb.it, con la speranza che le indagini sulla morte del padre non vengano chiuse, non ancora, nella speranza che quel pezzo di carta bianca scritto dalla mano di un uomo disperato nasconda una qualche informazione importante.
A trovare la lettera la stessa Maria Assunta solo qualche giorno dopo il suicidio e ora, dopo un anno e mezzo di assenza, Antonio “torna a parlare”:«Volo da mia moglie per sempre. Addio. Per coppa del Comune di Ercolano, del sindaco, dell’assessore Acamporo e comandante dei vigili urbano».
Poche parole che potrebbero però ugualmente confermare la tesi secondo cui alla base del suicidio ci sarebbero state questioni burocratiche mai risolte che avevano esasperato Antonio, fino a farlo lanciare nel vuoto. Ma le indagini del procuratore della Repubblica Giovanni Corona pare si siano definitivamente bloccate e pronte per l’archiviazione perché «nessun elemento è stato acquisito per poter affermare che della morte di Antonio Formicola siano responsabili altre persone».
Ma Maria Assunta non molla, come spiega a a Metropolisweb.it: «Abbiamo deciso di rendere pubblica questa lettera solo oggi- ripete la donna – semplicemente perché ci era stato consigliato dal nostro avvocato. Adesso che il procedimento è a un passo dall’archiviazione, abbiamo ritenuto giusto divulgarla: non so se esistano colpevoli, ma credo sia giusto combattere per fare in modo che venga fuori la verità e trionfi la giustizia. Voglio capire perché mio padre è arrivato a tanto, perché sono stata costretta a vederlo bruciare sotto al municipio».
Maria si rivolge poi a coloro i quali erano stati citati nella lettera: «A loro chiedo soltanto di passarsi una mano sulla coscienza e dire la verità,sbagliare è umano, ammettere è difficile. Non voglio soldi o condanne, come qualcuno potrebbe pensare, voglio solo la verità, la giustizia che credo di meritare dopo tanta sofferenza».
Ma questo non era l’unico biglietto lasciato da Antonio prima dell’ultimo saluto, un’altra missiva era stata scritta e conservata dal fioraio, indirizzata anch’essa al sindaco Vincenzo Strazzullo: «L’abbiamo trovata in un altro cassetto qualche giorno dopo» nella lettera si legge «Ho perso l’80% delle vendite non ce la faccio più, Al sindaco, all’assessore Acampora più il comandante vigili urbano siete voi a fare chiudere i commercianti. Non siete buoni andate a casa».
Esasperazione e malessere di un cittadino perbene che non ha sopportato la lenta e progressiva scomparsa della sua unica attività commerciale.