Foto e video: Francy Perna; testo: Francesco Pipitone
Sabato scorso, 25 Ottobre, come forse sapete si è tenuta la seconda mobilitazione generale per la Terra dei Fuochi, con un corteo partito da Piazza Dante a Napoli e arrivato a Piazza del Plebiscito, passando per Piazza Matteotti. Una manifestazione che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, poche comunque, visto che dovevamo essere milioni per lo sterminio in atto, ma bisogna dire che l’evento è stato scarsamente pubblicizzato dai media nazionali e dallo stesso TG3 Regione: era più importante la Leopolda di Firenze, con Renzi e il PD a urlare le filastrocche che si ascoltano da decenni, o la Camusso con il proprio corteo di Roma in difesa dell’articolo 18, che salvaguarda sempre meno lavoratori perché il lavoro non c’è. Nella Terra dei Fuochi, poi, il lavoro è stato sempre scarso, anche quando altrove pascolavano come vacche grasse, e adesso oltre alla “fatica” non c’è nemmeno la vita, perché stanno morendo tutti quanti. In fondo mica sono importanti gli ammalati di cancro? Che fa se i bambini di pochi mesi hanno la leucemia? La manifestazione di Napoli non era importante, meglio Firenze, altrimenti il padrone si arrabbia, non ci dà da mangiare e abbiamo i denti troppo sofisticati per mordergli la mano.
Ma veniamo al titolo di questo articolo: “lo Stato ci liquida con due pacche sulla spalla” – non l’abbiamo scritto in senso figurato, perché è successo davvero. Nelle fasi preliminari del corteo, in una Piazza Dante colma di striscioni e cartelli indirizzati contro lo Stato, ci è venuta la voglia di avvicinare un ufficiale per chiedergli un messaggio da parte di un servitore dello Stato: non ce lo poteva rilasciare, perché non era autorizzato, ed ecco la prima pacca sulla spalla. Gli chiediamo allora di dirci qualcosa da cittadino a cittadino, senza riprendere e riportare nulla, giusto per conoscere una possibile opinione diversa, e niente, ancora una pacca sulla spalla senza nemmeno avere modo di spiegare che volevamo, ringraziandoci “per la considerazione”. Delusi ci allontaniamo e torniamo tra la folla, volevamo chiedergli cosa rispondeva lo Stato ai cittadini in piazza, in che modo era presente e come li proteggeva, cosa che alla fine all’ufficiale è arrivata all’orecchio, poiché ha mandato un tipo in borghese ad ascoltare la nostra conversazione, lo stesso tizio che in seguito camminerà al fianco dell’ufficiale durante il corteo. A questo punto vogliamo dire che tutti noi che eravamo alla manifestazione siamo persone oneste e perbene, ci sta pure che questi soggetti agiscano facendosi “sgamare” così facilmente, stimandoci evidentemente così stupidi da non accorgerci che qualcuno si è messo dietro di noi a sentire, per poi farsi vedere accanto al rappresentante dell’istituzione nel corteo: speriamo che con i criminali siano in grado di operare sottotraccia, anche se, visto lo strapotere della criminalità, specialmente quella ai piani alti, restiamo un po’ scettici.
Fatta eccezione per le forze dell’ordine che scortavano il corteo, nessun politico o potente ha aderito, nemmeno il Movimento Cinque Stelle; il questore, invitato ad affacciarsi dalla finestra del suo ufficio, non si è manifestato nella propria figura. Stato assente dunque, sia con i propri vecchi rappresentanti che con i nuovi, sia con la vecchia politica “che ha affossato il Paese” che con le aspiranti e sedicenti illuminate nuove leve. Un concetto sottolineato al microfono anche da Angelo Ferrillo, organizzatore della manifestazione, che oltre all’appoggio di qualche radio, quotidiani, magazine e blog locali, associazioni e cittadini non ha avuto il sostegno di nessuno. Assenze che in fondo sono state enormi presenze, quelle della strafottenza, dell’egoismo, degli interessi personali, del “non mi entra niente in tasca”, eppure la stessa aria che respirano i manifestanti, lo stesso cibo che costoro mangiano, appartengono anche a chi non c’era, a occupa le poltrone, a chi si sveglia la mattina a Posillipo, al Vomero o a Chiaia. Nemmeno il sindaco sospeso c’era, il quale non ha speso una parola sul corteo del 25 Ottobre, e al contrario è ben attento ad aggiornare i propri profili sui networks per allontanare accuse da se stesso.
Veniamo alla conclusione, e parliamo di chi c’era e di chi c’era con la mente, con il cuore. In strada vi erano molte associazioni, che non nomino per non dimenticarne nessuna, oltre a chi si attiva ogni giorno per difendere questa Terra, al costo di un grosso lavoro il quale ogni giorno produce nuovi frutti; c’erano mamme, papà, bambini, ragazzi, donne ed uomini, tutti accomunati dalla voglia di fare qualcosa, di non stare zitti, di proteggere questa generazione e quelle future, per far sì che un giorno questa Terra diventi bellissima, per parafrasare Paolo Borsellino. Sotto, infine, potete vedere un riassunto video del corteo, con un bell’intervento conclusivo di Gigi Lista dell’organizzazione a-partitica “Noi siamo Nessuno” (potete raggiungerne la pagina Facebook cliccando qui). Per avere la possibilità di guardare alcune foto scattate durante la manifestazione potete cliccare qui.