Tony Tammaro orgoglioso di essere “terrone”: “Il sud ce la farà, facciamo pace con il resto d’Italia!”


Tony Tammaro ai microfoni di Vesuviolive.it in occasione della X edizione del Premio Eccellenze del Sud, dove ha ricevuto il premio “Terronian”: un'”etichetta” che porta con orgoglio.

Tony Tammaro: “Orgogliosi di essere terroni”

Ha ricevuto il premio che lo consacra “terrone”, ma l’eclettico ed ironico cantautore napoletano ha fatto, fin dagli inizi della sua carriera, delle sue origini partenopee un marchio di fabbrica. Tanto da autodefinirsi il “primo cantante di musica tamarra“. Indossa quindi la definizione di “terrone” come un supereroe indossa il suo mantello: sfoggiandolo con orgoglio e facendosi anche ambasciatore di un dialetto e di terminologie che il tempo sta facendo cadere in disuso.

“Prima c’era una certa supremazia del nord e questa parola, “terrone”, ci faceva un pò di vergogna. Oggi invece lo diciamo con orgoglio: ma io lo sono da tanto tempo! Siamo orgogliosi di essere terroni, racconta Tony Tammaro ai microfoni di Vesuviolive.it dopo la premiazione ad Eccellenze del Sud, nella cornice di Villa Signorini ad Ercolano. “C’è stato qualche ‘terrone’ in passato che si è comportato male, ma oggi ci comportiamo tutti bene. Non c’è più questa cosa… facciamo pace con il resto dell’Italia”.

“I giovani chiedono il significato di alcuni termini napoletani nei miei testi”

Emblema di un meridione che sa sorridere di sé stesso ed anche da questo trae la forza per rialzarsi e recuperare uno svantaggio storico: Tony Tammaro è convinto che questo percorso di risalita sia possibile, anzi, sia in pieno svolgimento. “Sono un’ottimista di natura, già 30 anni fa pensavo che il sud ce l’avrebbe fatta e adesso ce la sta facendo: ci dobbiamo credere, stiamo andando forte anche nell’imprenditoria. Siamo bella gente!”, spiega il cantante.

E sulla funzione “sociolinguistica” dei suoi testi, non nasconde la consapevolezza del ruolo che, seppur con il sorriso e l’inscindibile “tamarraggine”, si trova a portare avanti: “Nei miei testi ci sono anche parole napoletane che stanno cadendo in disuso. È triste che una lingua perda dei pezzi ma è la sua evoluzione: oggi parliamo uno slang tra inglese, italiano e napoletano, e menomale che quella punta di napoletano ci è rimasta! Molte volte, i ragazzi mi chiedono cosa significa quella particolare parola del testo e quindi glielo spiego”.

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