A San Giorgio arriva la Mehari di Giancarlo Siani: l’auto dove fu brutalmente ucciso


Ieri la leggendaria Mehari, l’auto verde di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, è arrivata a San Giorgio a Cremano, all’interno di Villa Bruno, dove il 23 settembre sarà inaugurata la Sala della Mehari a lui dedicata.

L’auto di Giancarlo Siani a San Giorgio a Cremano

Era il 23 settembre 1985 quando il giovane giornalista fu brutalmente ucciso proprio a bordo di quell’auto: a “condannarlo” un articolo ritenuto troppo scomodo dal clan all’epoca dominante a Torre Annunziata. Ora la Mehari di Siani sarà posizionata all’interno della villa sangiorgese, in un’apposta sala inaugurata alla presenza di istituzioni, forze dell’ordine, magistrati e giornalisti.

Il percorso dell’auto da Napoli a San Giorgio a Cremano, è stato accompagnato da Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s della Regione Campania e del suo gruppo di lavoro, da Geppino Fiorenza, presidente onorario della Fondazione Giancarlo Siani e dal sindaco Giorgio Zinno che, in una sorta di staffetta, ha accolto la vettura al confine fra i due comuni. L’automobile è stata scortata anche dalla Polizia Municipale di Napoli, diretta dal comandante Ciro Esposito, e di San Giorgio a Cremano, diretta dal comandante Gabriele Ruppi.

“Ospitare la Mehari di Giancarlo significa rafforzare il legame con la sua memoria, rendendo la città un punto di riferimento per la riflessione collettiva sulla legalità e sulla giustizia. La Mehari è un simbolo visibile e concreto della necessità di continuare a opporsi alla criminalità organizzata e alla violenza, attraverso l’impegno quotidiano e la partecipazione attiva” – ha commentato il sindaco Zinno.

“La Mehari è un omaggio anche a questa amministrazione e lo dico con il cuore perché l’auto qui non è stata solo accolta, ma fisicamente e simbolicamente spinta fino a Villa Bruno, mettendo in evidenza questi due gesti: spingere la memoria di Giancarlo perché vada incontro agli altri e accoglierla per essere abbracciata da tutti” – ha detto don Tonino Palmese.

“La Mehari non si stanca mai di viaggiare. E’ stata al Parlamento italiano, a Bruxelles, ma ora trova qui la sua sede, continuando a diffondere memoria e impegno per fare del rispetto e della legalità i principali valori” – ha continuato Geppino Fiorenza.


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