Provato e impossibilitato a trattenere le lacrime, il carabiniere Michele Conte, tra i primi a raggiungere il luogo del crollo della palazzina a Saviano, ha fornito la sua drammatica testimonianza sulle operazioni di soccorso che lo hanno visto impegnato in prima linea per estrarre i corpi della famiglia sommersa dalle macerie.

Crollo Saviano, la testimonianza del carabiniere

Il dramma si è consumato nelle prime ore della mattinata di domenica quando, probabilmente per una fuga di gas, lo stabile è letteralmente precipitato. La perdita sarebbe partita dal piano di sopra, dove abitava una donna di 80 anni. Nell’abitazione sottostante si trovavano sua figlia con il marito e i loro 3 bambini.

Michele Conte, il brigadiere dei carabinieri che era di pattuglia in zona, è stato uno dei primi a precipitarsi sulle rovine scavando a mani nude, dopo aver sentito la voce disperata del papà e il pianto del bambino di 2 anni, unici due superstiti di questa tragedia familiare. Gli altri due bambini, un maschietto e una femminuccia di 4 e 6 anni, così come la mamma e la nonna, sono stati ritrovati già privi di vita.

“Avvicinandoci sempre di più a queste macerie, si sentiva una voce che chiedeva aiuto. Abbiamo incominciato a scavare a mani nude. Ho sentito la voce del papà, chiedeva aiuto. Noi lo abbiamo incoraggiato innanzitutto a restare con noi e a farlo parlare, lui diceva ripetutamente che sotto quelle macerie c’era tutta la sua famiglia. Il bambino estratto vivo piangeva disperato e già da sotto le macerie chiedeva della mamma“ – ha raccontato il carabiniere intervistato dal TG1.

Quanto ai corpi dei piccoli deceduti, una scena straziante e difficile anche da commentare: “Sono un 60enne, sono padre e nonno. Ad uno dei bambini fuoriusciva un po’ la manina dal lenzuolo bianco, gliel’ho stretta fino all’ambulanza“.