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Lo strazio di una mamma napoletana: “Non so dov’è mio figlio, il padre lo ha portato via”

E’ una vicenda assurda quella che sta affrontando una giovane mamma di Piano di Sorrento, Claudia Ciampa, che si è vista portar via il suo bambino di 7 mesi, il piccolo Ethan, strappato letteralmente dalle sue braccia dal papà nonché ex compagno della donna. Un appello disperato accolto anche da Mara Venier che ha ospitato Claudia durante la trasmissione Domenica In per dar voce al suo dramma.

Sorrento, dramma di una mamma: “Ha portato via mio figlio”

La donna racconta di aver conosciuto Eric, californiano che insegna inglese in Italia, subito dopo la separazione da suo marito. Avevano avuto una breve relazione già 13 anni prima, poi l’uomo si era ripresentato da lei dopo aver appreso della fine del suo matrimonio. Fin da subito gli avrebbe manifestato il desiderio di avere un figlio ed è così che il 13 febbraio 2024 nasce Ethan.

Il rapporto tra i due, però, inizia a precipitare e una mattina di agosto, mentre erano in vacanza in Salento, Eric prende il bambino e lo porta via. Avrebbe dovuto riportarlo dalla madre dopo 2 ore ma, ancora oggi, Claudia non sa dove si trova suo figlio.

“Circa 13 anni fa ci siamo frequentati per un anno, lo lasciai perché da parte sua non c’era sentimento. Io ero innamorata, ho sofferto molto ma sono andata avanti. Ho conosciuto il padre dei miei figli, ci siamo sposati e siamo stati insieme 9 anni. Purtroppo la relazione è finita ed Eric è tornato alla carica immediatamente cogliendo il momento vulnerabile della separazione” – ha raccontato Claudia nel corso della trasmissione.

“Io in quel momento avevo bisogno di sentirmi amata e ci ho creduto. Evidentemente era una farsa sin dall’inizio. Fin da subito lui mi chiede un bambino, aveva intenzione di trasferirsi a Cracovia ma per me sarebbe rimasto in penisola sorrentina. Dopo un anno io rimango incinta e lui ha un comportamento strano da subito”.

“Voleva essere certo di partecipare al parto, anche nel caso di un cesareo, quindi la soluzione era andare in America perché lì sarebbe potuto rimanere anche in camera con me. Affrontiamo questo viaggio anche con i miei bambini, ci ha ospitati il fratello gemello di Eric”.

“Il bimbo è nato in macchina, non abbiamo fatto in tempo ad arrivare in ospedale ma tutto è andato bene. Eric stressa tutte le persone che stanno intorno a lui, il fratello che ci ospitava a un certo punto ha voluto mandarlo via. Io avevo appena partorito, mi disse che potevo rimanere con i bambini ma Eric doveva andare via”.

“Ci trasferiamo in un’altra casetta e rimango sola con i miei figli ad affrontare lui che evidentemente aveva qualche difficoltà a procedere con i documenti del bambino per tornare in Italia. In questi mesi ho accumulato tante stranezze. Anche quando allattavo era sempre lì che mi osservava, fin da subito voleva nutrire suo figlio, forse per abituarlo a stare lontano da me. Pretendeva di dargli il mio latte”.

Fino a quando la relazione tra i due è terminata e Claudia incontrava Eric solo quando veniva a prendere il bambino. Il giorno della scomparsa si trovavano in vacanza in Salento: Io ormai non mi fidavo più di lui, volevo custodire io il passaporto americano del bambino ma lui si rifiutava. Il compromesso era che ogni volta che veniva a prendere il bambino mi lasciava il passaporto”.

“Mi aveva anche abituata a prendere prima il bambino e poi lasciarmi il passaporto. Quella mattina del 30 agosto radioso me lo ha strappato dalle braccia, lo ha messo in macchina, si è infilato al posto di guida, io gli ho chiesto il passaporto e lui mi rifiutato con un sorriso agghiacciante”.

Claudia si sarebbe subito messa in contatto con i carabinieri, nel frattempo Eric avrebbe promesso di riportare il piccolo a Sorrento visto che quel giorno Claudia sarebbe rientrata a casa con i suoi bambini: “Allora io corro in macchina cercando di raggiungerlo quanto prima. Lui in realtà aveva già preso un aereo, il mattino dopo è arrivato in America“.

“Mi chiama, mi fa vedere il bambino, mi ha mandato anche delle foto ma quasi come un ostaggio, non si vede mai niente intorno. Io non so dove sta mio figlio, chi si occupa del bambino, chi lo vede. Lui decide quando, quanto tempo. Io sono devastata ma devo fare qualcosa perché devo proteggere questo bambino. Io spero con tutte le mie forze che la Farnesina mi dia una mano”.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre