Di seguito la lettera pubblicata sui social, a firma di alcune associazioni che hanno aspramente criticato l’esposizione del Pulcinella di Gaetano Pesce a piazza Municipio.
Egregio Sig. Sindaco,
Le scrivono alcune donne di Napoli.
Non sarà sfuggita l’ondata di ironia anzi di ludibrio generale sulla installazione a firma di Gaetano Pesce, da lui denominata “Tu si ‘na cosa grande”, esposta dall’8 ottobre 2024 in Piazza Municipio, per volontà e cura del Comune di Napoli.
È generale ammissione il carattere sfacciatamente fallico della struttura, eretta con tanto di sistema venoso e corpi cavernosi evidenziati dalla illuminazione, orgogliosa di sé e della sua potenza. Neanche è lontanamente evocativa del mite e saggio Pulcinella.
Gli uomini stessi non ne hanno tratto molto piacere, provando persino imbarazzo nell’ essere rappresentati dal discutibile orgoglio virile nelle forme delle vecchie e tragiche storie italiche, a parte qualche spennellata correttiva di pop art.
Ma siamo interessate soprattutto a noi stesse. Le donne non possono accettare questo trionfo della misoginia fallocratica dopo secoli trascorsi a destrutturare potere e cultura maschiocentrica e patriarcale. Non ce ne voglia la buonanima di Gaetano Pesce, che Vittorio Sgarbi nel suo ricordo del 6 aprile definiva costruttore di forme: questa forma qui è il simbolo fondativo della dittatura patriarcale e il patriarcato è la religione del fallo, del maschile e del potere costruito sulla sua sessualità.
Il segno del primato del fallo, come lo definiva Freud, è la rappresentazione dei rapporti di forza tra uomo e donna, stabilisce una gerarchia incontestabile, basata sulla forza, la sovranità, il dominio. Lo diciamo con le riflessioni della filosofa Adriana Cavarero: la creazione stereotipata della rettitudine del maschile è la destinazione all’inclinazione del femminile. Noi non ci stiamo. Se si alimenta una cultura dominante maschile si alimenta anche la cultura della violenza.
Non è di questo che abbiamo bisogno soprattutto in questi tragici tempi in cui il maschile balbetta di fronte ai femminicidi e alle barbarie della guerra.
La struttura rappresenta tutto ciò senza infingimenti e la sua esposizione in una delle piazze principali della città, piazza Municipio, impone una visione inaccettabile alle donne di Napoli e a quante/i la guarderanno. È per noi un affronto al femminile.
Ne chiediamo l’immediata rimozione e chiediamo anche che si costituisca una consulta comunale femminile sulle scelte culturali e sociali della città di Napoli, difronte al materializzarsi di scelte malfatte tipicamente maschili e sessiste che comunque impongono costi per la comunità fatta di donne e di uomini.
Associazione Terra di Lei, Differenza Femminile, Associazione UDI Napoli, Associazione MovimentiAMOci, Associazione Femministorie, Comitato Madri Unite, Movimento per i diritti delle donne