ECCELLENZA PARTENOPEA/ Via al vaccino anti-tumore “dei braccianti”: Napoli prima in Italia
Ott 21, 2024 - Veronica Ronza
Parte al Pascale l’arruolamento del vaccino anticancro a mRNA per la cura del carcinoma della pelle a cellule squamose: l’Istituto dei Tumori di Napoli, primo centro in Italia a dare il via al trattamento, continua a confermarsi come punto di riferimento mondiale per i pazienti affetti dal cancro.
Tumori, al Pascale di Napoli via al vaccino: primo in Italia
Si tratta di un nuovo farmaco che agisce sul carcinoma della pelle a cellule squamose, uno dei tumori della cute più diffusi e che nel 5% dei casi conduce alla morte. Sono ben 600 i pazienti selezionati per la sperimentazione del vaccino: si tratta di persone anziane, per lo più uomini, con un passato di esposizione al sole molto intenso, con lesioni della cute molto gravi.
Se il melanoma colpisce “i colletti bianchi”, il carcinoma a cellule squamose è definito come il tumore della pelle dei braccianti, dei marinai, dei muratori. Ciò in quanto colpisce generalmente chi si espone troppo al sole senza alcuna precauzione e, soprattutto, in assenza di prevenzione. Questo tipo di tumore, infatti, se preso in tempo, è facilmente curabile ma se scoperto in stadio avanzato può essere molto pericoloso e difficile da trattare.
A tal proposito nel reparto di Melanoma, Immunoterapie e Terapie Innovative del Pascale, diretto dall’oncologo Paolo Ascierto, è partito uno studio di fase 2 randomizzato in aperto con 3 bracci di trattamento. Dei 600 pazienti arruolati, 250 verranno trattati con due cicli di vaccino e l’immunoterapico Pembrolizumab a cui seguirà l’intervento chirurgico e poi il trattamento adiuvante.
Un secondo gruppo di 250 pazienti verrà, invece, trattato soltanto in sala operatoria. Infine, un terzo ed ultimo gruppo di 100 persone verrà sottoposto a due cicli di immunoterapia, a cui seguirà la chirurgia e poi l’immunoterapia adiuvante, uguale insomma al primo gruppo ma senza vaccino.
Se la Francia e l’Australia hanno fatto da apripista allo studio, in Italia i centri in cui verranno arruolati i pazienti, dopo il Pascale sono: il Giovanni Paolo II di Bari, Le Scotte di Siena, il San Martino di Genova, l’Umberto I di Roma, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’Humanitas, lo Ieo e l’Istituto dei tumori di Milano.
Già lo scorso 26 gennaio il Pascale si era reso protagonista della somministrazione al primo paziente in Italia di un vaccino anticancro a mRNA per la cura del melanoma. A somministrarlo fu ancora una volta il team del professor Ascierto.
“La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili. Il vaccino, anche questo prodotto da Moderna, si basa sulla stessa tecnologia adottata per quelli contro il Covid e quello per la cura del melanoma iniettato per la prima volta in Italia qui al Pascale, lo scorso gennaio” – ha dichiarato Ascierto.
“Un vaccino, cioè, che utilizza mRNA sintetici progettati per istruire il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati neoantigeni, che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate. Il suo scopo non è quello di prevenire la malattia ma di aiutare a supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere ed attaccare più efficacemente il tumore“.
“Oggi dal melanoma si va negli altri tipi di tumori e nel setting della malattia precoce. Gli studi neoadiuvanti hanno già dimostrato come l’immunoterapia sia un trattamento molto efficace e quindi è il setting di pazienti migliore da selezionare per il vaccino”.
Grande la soddisfazione dell’intero Ircss partenopeo, manifestata dal neo commissario straordinario, già direttore sanitario del polo oncologico, Maurizio di Mauro: “Che l’arruolamento del vaccino per il trattamento del carcinoma della pelle a cellule squamose prenda il via qui al Pascale, conferma il consolidato prestigio internazionale dell’Istituto per questa patologia, ma anche per l’esperienza maturata nello sviluppo dei vaccini antitumorali dimostrato in questi anni anche in altre patologie”.