L’influencer e creator Michelle Comi, nata a Torino ma residente a Milano, divenuta “celebre” soprattutto per le sue controverse posizioni sull’emancipazione femminile e il patriarcato, stavolta ha regalato un’altra delle sue “perle” insensate esprimendo il suo pensiero sulla città di Napoli.
Di recente la Comi, star di Onlyfans, avrebbe paragonato Napoli al Burundi, manifestando un pensiero dichiaratamente razzista nei confronti della città e del suo popolo. Intervistata da Giuseppe Cruciani, nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara, Michelle ha ripetuto: “Napoli come il Burundi? Non ho parlato male, ho detto semplicemente la verità”.
“Più o meno siamo là, come usanze e altro. So che lanciano la spazzatura dal balcone. Io non ci sono mai stata però ho detto semplicemente che hanno usanze barbare, sono un po’ indietro con i tempi, non sono troppo civilizzati“.
Parole che risultano quasi prive di senso, in primis per il fatto che l’influencer 29enne parla di un qualcosa che è al di fuori della sua conoscenza: parla di Napoli ma non c’è mai stata, parla di una “usanza” che probabilmente avrà visto in qualche film ma che non caratterizza la città. Forse la Comi non sa nemmeno che Bacoli, un Comune che si trova proprio in provincia di Napoli, rientra addirittura tra i territori più virtuosi d’Italia per la raccolta differenziata dei rifiuti.
“Non ho nulla contro i terroni ma hanno usanze diverse da noi del Nord. Non potrei girare con un Rolex a Napoli ma neanche io ci potrei proprio girare a Napoli, mi scipperebbero tutto. Non so se riuscirei a comunicare con un napoletano perché hanno proprio una lingua totalmente differente” – ha continuato Michelle.
Tralasciando il solito stereotipo della “Napoli della camorra”, potremmo rispondere a questo ulteriore affronto basandoci semplicemente su dati evidenti: nell’indice della criminalità è proprio la Milano di Michelle Comi a conquistare il primato di denunce effettuati per reati registrati (prima per rapine e seconda per furti), seguita da Roma e Firenze. Sorprendentemente per lei, Napoli, invece, non si colloca nemmeno nella Top 10.
Del resto, proprio un’altra influencer, Giulia Salemi, attraverso un video diffuso sui social aveva lamentato di non sentirsi sicura a Milano, di non riuscire nemmeno a passeggiare per strada senza incontrare “brutte facce”. Atti criminali e vandalici, infatti, sono purtroppo fenomeni che possono verificarsi in ogni parte d’Italia e del mondo ma non per questo bisogna condannare un’intera città e il suo popolo.
Ancor di più se queste affermazioni discriminatorie provengono dalla bocca di una donna, balzata all’attenzione dei media per aver lanciato una raccolta fondi per rifarsi il seno e per essersi schierata a favore della famiglia patriarcale, dell’uomo “padrone” della sua donna.
Una giovane che, nel 2024 e nel pieno dei suoi 29 anni, ha definito quasi stupide le ragazze che studiano e si battono per ottenere un posto di lavoro dignitoso. “La laurea è una perdita di tempo, poi se sei bella non hai bisogno di studiare”: queste le sue testuali parole.
Per lei la donna deve essere soltanto “mantenuta” da un uomo, ed è per questo che adesca ragazzi e uomini ricchi per farsi pagare le vacanze o i suoi acquisti folli. Addirittura ha affermato che per lei le donne non dovrebbero nemmeno votare, un pensiero surreale che calpesta anni e anni di lotta per l’emancipazione femminile.