In condizioni pietose la base della statua di san Vincenzo Romano di piazza Santa Croce a Torre del Greco: preda di vandali ed incivili, imbrattata con simboli fallici e scritte contro le forze dell’ordine.
Povero san Vincenzo! Chi lo sa se nel lontano 1794 avrebbe mai pensato che la sua Torre del Greco, che soccombeva sotto la lava del Vesuvio, sarebbe risorta sì come la fenice ma con due teste: una che lo osanna a patrono, l’altra che gli disegna peni alla base del monumento.
Piazza Santa Croce è in preda agli incivili: è una denuncia che si ripete periodicamente da anni. Un grido di aiuto lanciato più volte da don Giosuè Lombardo, parroco della principale chiesa cittadina, la “parrocchia” per eccellenza.
Sono anche i residenti, la parte sana e civile che ci piace pensare costituisca la maggioranza di chi vive e frequenta la piazza centrale di Torre del Greco, a sollevare le proprie proteste. Piazza Santa Croce diventa un improvvisato campetto di calcio, ogni giorno: ed è troppo facile sollevare l’alibi delle strutture sportive che mancano, dei ragazzi che non hanno spazi di aggregazione o luoghi per giocare.
Perchè poi scende la sera e quella stessa piazza diventa rosticceria a cielo aperto dove lo spirito di convivialità e l’apprezzabilissima voglia di stare insieme, di fare della strada il prolungamento della propria casa, tipico della cultura cittadina si trasforma troppo spesso in inciviltà, in bottiglie di birra e cartoni di pizze lasciati lì, tra panchine ed aiuole.
Oltre a pizze e palloni, a minare la sicurezza di piazza Santa Croce ci sono poi i motorini che sfrecciano facilmente in quella che dovrebbe essere un’area pedonale. Non si contano quelli guidati da minori, anche senza casco: ma basta bere un caffè all’angolo ed osservare quello che accade per rendersi conto di quanto sia grave ciò che avviene.
Il controllo del territorio, la sorveglianza, le telecamere: le soluzioni che sembrano semplici si scontrano con la realtà dei fatti. Non bastano due agenti di polizia municipale in una situazione totalmente fuori controllo: è necessario un radicale cambio di mentalità affinché il bene pubblico sia rispettato come quello privato.
Intanto, tra sporcizia e pallonate, il basamento della statua di san Vincenzo è in condizioni vergognose: simboli fallici disegnati ed ingiurie contro le forze dell’ordine fatte con lo spray; improbabili dichiarazioni d’amore, lerciume d’ogni tipo.
Così, il parroco santo che gran parte della città acclama come patrono stavolta è lì, impietrito letteralmente, e guarda dall’alto ciò che Torre diventa decennio dopo decennio. Chissà cosa direbbe, o farebbe, se fosse ancora presente in carne ed ossa.