Capotreno campano accoltellato a Genova: aveva chiesto a 2 ragazzi di mostrare il biglietto


È originario di Benevento il capotreno di 44 anni ferito a coltellate sulla banchina della stazione di Rivarolo, a Genova, semplicemente per aver chiesto a due ragazzi di mostrargli il biglietto a bordo treno.

È di Benevento il capotreno accoltellato a Genova

Stando a quanto emerso, il capotreno avrebbe chiesto ai due ragazzi, un uomo e una donna, di esibire il biglietto. Entrambi non ne erano in possesso ed avrebbero anche rifiutato di pagare a bordo del treno l’importo dovuto. Così il 44enne avrebbe ordinato di fermare il convoglio per farli scendere e a quel punto sarebbe scattata la lite.

Sarebbe stata per prima la ragazzina ad aggredire l’uomo con calci e schiaffi, seguita dall’amico che non avrebbe esitato a sfoggiare un coltello, colpendo per ben due volte il lavoratore. La coppia di aggressori, in breve tempo, è stata fermata ed identificata dai carabinieri: si tratta di un 21enne egiziano che lavora come barbiere (regolare sul territorio) e una minorenne, sempre di origini straniere ma nata a Genova.

Il capotreno, nel frattempo, è stato trasportato in codice rosso presso l’ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena. Per fortuna non è in pericolo di vita ed è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni. A seguito del brutale episodio, i sindacati hanno indetto uno sciopero per la giornata di oggi, 5 novembre, del personale ferroviario Trenitalia, Tper, Fs Security, Italo Ntv e Trenord.

“Esprimo totale e massima solidarietà al capotreno, originario di Benevento e che ha qui la sua famiglia, accoltellato su un regionale in Liguria. Un episodio barbaro e agghiacciante: auspico che la giustizia agisca con la necessaria severità per quest’atto di violenza cieca” – ha commentato tramite una nota il sindaco di Benevento Clemente Mastella.

E’ davvero preoccupante l’intensificarsi di episodi che colpiscono, in maniera tanto criminale quanto stolta, chi è impegnato a servire la comunità e a garantire i servizi essenziali. Come nei trasporti, anche medici e operatori della sanità sono troppo frequentemente oggetto di vessazioni fisiche e verbali ingiustificate. Una deriva che va fermata”. 


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