Il legale del 17enne: “Ha sbagliato ma sfido chiunque a stare lì. Santo gli ha lanciato la pietra”


Continuano a provocare disappunto le parole dell’avvocato del 17enne accusato dell’omicidio di Santo Romano che, ancora una volta, ha voluto chiarire le sue posizioni.

Omicidio Santo Romano, l’avvocato del 17enne: “C’è un equivoco”

In un video diffuso dal deputato Francesco Emilio Borrelli, il legale ha dichiarato: “Si è creato un equivoco. Rivedendo i vari telegiornali sembra quasi che io come avvocato ammetta forme di violenza. Non ammetto e non giustifico nessuna forma di violenza e nessuna detenzione di armi. I giovani non devono girare con pistole e coltelli. Detto questo, però, bisogna ricostruire i fatti nella loro realtà“.

Si è parlato di un paciere. Io invece purtroppo ho il racconto del mio assistito, suffragato da tre testimoni portati dai carabinieri (non dalla difesa) che riferiscono una dinamica dei fatti analoga a quella raccontata dall’indagato. In più c’è anche un fotogramma estratto dai video di sorveglianza”.

“C’è stato questo breve litigio per la scarpa. Il mio assistito stava andando via, è salito in macchina con l’amico di cui poi ha fornito le generalità, ha messo in moto e ha innescato la retromarcia per andare via quando ha sentito gridare. Santo gli ha lanciato una pietra, e questo risulta dai filmati, dopodiché lui davanti e gli amici dietro hanno accerchiato la macchina, lo hanno bloccato, lo hanno afferrato per il braccio, picchiato, uno di loro ha mostrato un coltello”.

“A quel punto il mio assistito, che ha problemi psichiatrici, ha reagito come non avrebbe dovuto reagire, estraendo la pistola e sparando ma non lo ha fatto per ferire. Ha voltato il viso dall’altro lato e ha sparato nel vuoto. Ovviamente la distanza era ravvicinata e non guardando probabilmente involontariamente ha colpito. Non si è reso nemmeno conto di quello che ha fatto”.

“Si è parlato del fatto che è andato a festeggiare dopo. Lui aveva visto semplicemente le vittime fuggire quindi non pensava né di averle colpite né di averle uccise. Quando è andato ai baretti a Chiaia pensava che sarebbe tornato in carcere per la detenzione illegale dell’arma e per aver esploso colpi di pistola in una piazza con delle telecamere”.

“Le dichiarazioni del mio assistito sono genuine perché rese prima ancora di vedere gli atti. Quando il mio assistito stava andando via, Santo avrebbe gridato e lanciato questa pietra, ripreso dalle telecamere. Si vede il gesto del lancio verso l’auto del mio assistito che stava andando via”.

“Lui è rimasto lì dove era. Prima che potesse andare via è stato raggiunto da 4/5 ragazzi, accerchiato e bloccato. Non poteva fuggire, non aveva spazio di manovra. Ha detto al giudice ‘se io avevo intenzione di uccidere o ferire qualcuno, stavo in macchina con il motore acceso, bastava andare avanti e indietro e li buttavo per aria’. Non lo ha fatto. In quel momento lì sicuramente è stata una scelta sbagliata ma sfido chiunque a trovarsi in quella questione“.

“Mi chiedo dal punto di vista morale è giusto che 5 maggiorenni aggrediscano un minorenne con problemi psichiatrici? Forse qualcuno ha fatto il bullo perché ha visto un ragazzino mingherlino con problemi. Su incarico del pubblico ministero, per un procedimento attivato nel 2022 su denuncia della madre per un’aggressione in casa da parte del figlio, è stata accertata una capacità di intendere e di volere parziale, la non imputabilità e la pericolosità sociale dovuta a queste patologie. Nel tipo di reazioni che lui ha, non riesce ad avere reazioni proporzionate”.

“Siccome la vita del mio assistito e della sua famiglia è stata scandagliata da cima a fondo chiedo che gli organi di stampa facciano le stesse indagini sulla famiglia della vittima. Sta girando un video della madre della vittima dove pronuncia il nome del mio assistito che, in quanto minore indagato e imputato, non può essere divulgato. Sul punto procederemo con una querela” – ha concluso.

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