Un caso di malaria autoctona è stato diagnosticato in Italia, precisamente a Verona, e ad esserne affetta è una persona senza storia di viaggi recenti in paesi in cui la malattia è endemica.
In Italia non si registrava un caso di malaria da oltre 40 anni ma, complice il cambiamento climatico, è stata accertata la positività di un paziente dall’Azienda Ospedaliera di Verona. Il caso è autoctono, dunque non legato a nessun recente spostamento del soggetto.
La comunicazione è stata diffusa dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto. La Regione, in collaborazione con l’Ulss e l’Istituto Zooprofilattico, ha immediatamente attivato tutte le misure di sorveglianza previste.
“Se confermato caso autoctono di malaria in Veneto, vuol dire che il processo di tropicalizzazione del nostro paese è completato. Stiamo andando indietro come i gamberi, sia sul clima che sulla capacità di controllo e prevenzione. Dopo la dengue, con malaria autoctona si apre una nuova stagione per le malattie tropicali in Italia. Allerta rossa” – si legge nella nota diffusa da Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette. Il contagio non avviene tramite contatto diretto, saliva o rapporti sessuali tra persone ma esclusivamente attraverso il contatto con il sangue infetto o la puntura di zanzare infette.
I sintomi iniziano a comparire tra i 7 e i 15 giorni dopo la puntura della zanzara infetta e possono essere diversi da persona a persona. Tra quelli più frequenti vi sono febbre (anche molto alta), mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi. Soltanto in seguito la malattia si manifesta con accessi febbrili ricorrenti e anemia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la malaria una malattia seria, prevenibile e curabile se diagnosticata tempestivamente e trattata con farmaci adeguati.