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Santo Romano ucciso a 19 anni, Gip “L’assassino è capace di intendere e di volere”

Sarebbe capace di intendere e di volere il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, il ragazzo di 19 anni ucciso a San Sebastiano nella notte tra venerdì e sabato: a decretarlo è la Gip del Tribunale per i minorenni di Napoli nell’ordinanza con la quale ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’indagato.

Omicidio Santo Romano, gip: “17enne capace di intendere”

Il legale dell’indagato ha più volte evidenziato le problematiche psichiatriche del suo assistito sottolineando: “Su incarico del pubblico ministero, per un procedimento attivato nel 2022 su denuncia della madre per un’aggressione in casa da parte del figlio, è stata accertata una capacità di intendere e di volere parziale, la non imputabilità e la pericolosità sociale dovuta a queste patologie. Nel tipo di reazioni che lui ha, non riesce ad avere reazioni proporzionate”.

Una condizione che avrebbe potuto classificarlo come soggetto non imputabile ma che non ha retto davanti alla Gip che, ai fini del processo, non ha riconosciuto l’incapacità di intendere e di volere dell’imputato. Intanto l’avvocato del ragazzo, trasferito nel carcere di Nisida, potrebbe chiedere il rito abbreviato.

Sarebbe stato proprio il legale a raccontare la versione dei fatti fornita dal suo assistito che sembra però abbastanza distante da quella sostenuta dagli amici e dalla fidanzata di Santo che erano sul posto insieme a lui quella drammatica notte.

Il 17enne avrebbe parlato di una lite sfociata per una scarpa sporcata, nello specifico la sua “Versace” costata 500 euro, ammettendo di essersela presa per l’incidente. Di qui la lite che poco dopo lo avrebbe spinto ad estrarre la pistola che, stando alla testimonianza di alcuni ragazzi, aveva già puntato al mento di un altro coetaneo qualche ora prima.

“C’è stato questo breve litigio per la scarpa. Il mio assistito stava andando via, è salito in macchina, ha innescato la retromarcia per andare via quando ha sentito gridare. Santo gli ha lanciato una pietra, e questo risulta dai filmati, dopodiché lui davanti e gli amici dietro hanno accerchiato la macchina, lo hanno bloccato, lo hanno afferrato per il braccio, picchiato, uno di loro ha mostrato un coltello” – queste le parole dell’avvocato del 17enne.

“A quel punto il mio assistito, che ha problemi psichiatrici, ha reagito come non avrebbe dovuto reagire, estraendo la pistola e sparando ma non lo ha fatto per ferire. Ha voltato il viso dall’altro lato e ha sparato nel vuoto. Non poteva fuggire, non aveva spazio di manovra. Ha detto al giudice ‘se io avevo intenzione di uccidere o ferire qualcuno, stavo in macchina con il motore acceso, bastava andare avanti e indietro e li buttavo per aria’. Non lo ha fatto. In quel momento lì sicuramente è stata una scelta sbagliata ma sfido chiunque a trovarsi in quella questione”.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre