Per quanti secondi Lukaku ha guardato negli occhi Di Gregorio prima di spiazzarlo
Gen 30, 2025 - Stefano Esposito
Napoli-Juve, il rigore del 2-1 trasformato da Romelu Lukaku
Nella partita di Serie A tra Napoli e Juventus, una delle azioni più discusse e analizzate è stata sicuramente il rigore segnato da Romelu Lukaku.
Il belga, noto per il suo carisma e la sua freddezza sotto porta, ha affrontato Michele Di Gregorio, il portiere della Juventus, in un momento cruciale della partita.
Secondo vari resoconti e analisi video, Lukaku ha fissato intensamente Di Gregorio per circa 3-4 secondi prima di calciare il rigore, spiazzando il portiere avversario.
Napoli-Juvetus, Lukaku ha guardato Di Gregorio per quasi 4 secondi prima di freddarlo
Lukaku, con il suo sguardo fisso e determinato, ha cercato di intimidire e forse anche di studiare il portiere avversario, una tattica psicologica spesso usata dai rigoristi per guadagnare un vantaggio mentale.
Durante questi secondi, Lukaku ha mantenuto un contatto visivo costante, un gesto che ha probabilmente contribuito a destabilizzare Di Gregorio, che si trovava già sotto pressione per via del risultato e della situazione della partita.
L’attaccante del Napoli, con la sua esperienza e capacità di mantenere la calma, ha poi piazzato il pallone con precisione, superando il portiere e segnando il gol decisivo per il 2-1 finale.
Questa tattica non è nuova per Lukaku, che in passato ha spesso utilizzato il contatto visivo come strumento per influenzare l’esito dei rigori.
La partita in questione è stata caratterizzata da vari momenti di alta tensione, con Di Gregorio che aveva già compiuto un intervento prodigioso su un colpo di testa di Lukaku, rendendo il rigore ancora più significativo.
Questo episodio dimostra non solo la capacità di Lukaku di mantenere la calma sotto pressione ma anche come la psicologia del gioco possa influenzare il risultato sul campo.
I secondi di sfida visiva tra Lukaku e Di Gregorio hanno aggiunto un ulteriore capitolo alla lunga storia di rivalità e momenti cruciali nel calcio italiano, dimostrando come il gioco non sia solo fisico ma anche profondamente mentale.