Sospesa Elena Maraga, la maestra d’asilo iscritta a OnlyFans: petizione dei genitori per farla tornare
Mar 21, 2025 - Redazione Vesuviolive
Elena Maraga, 29enne maestra di un asilo parrocchiale in provincia di Treviso, è al centro di una vicenda che sta scuotendo l’opinione pubblica italiana.
L’educatrice, laureata in Scienze dell’Educazione e appassionata di bodybuilding, è stata sospesa dal suo impiego presso una scuola dell’infanzia cattolica dopo che alcuni genitori hanno scoperto la sua attività parallela su OnlyFans, una piattaforma nota per contenuti a pagamento, spesso di natura esplicita.
La ‘maestra di OnlyFans’ Elena Maraga sospesa dal lavoro: i genitori firmano una petizione in suo favore
La sospensione, accompagnata dall’interruzione dello stipendio, è stata decisa dall’istituto che contesta a Maraga una condotta non in linea con i valori cristiani della struttura.
Tutto è iniziato quando un genitore ha notato il profilo della maestra sulla piattaforma e ha segnalato la questione ai vertici della scuola.
Inizialmente, le è stato chiesto di cancellare l’account, ma Maraga si è rifiutata, difendendo la sua libertà personale e il diritto di valorizzare il proprio corpo, frutto di anni di allenamenti nel bodybuilding.
“Non provo imbarazzo,” ha dichiarato in diverse interviste. “Il mio corpo è il risultato di duro lavoro, e non vedo nulla di male nel mostrarlo. In un giorno su OnlyFans guadagno quanto un mese di stipendio da maestra, circa 1200-1300 euro.”
La vicenda, tenuta inizialmente riservata, è esplosa sui media dopo che la notizia è trapelata sui gruppi social dei genitori.
La scuola ha optato per una linea ferma: dopo un incontro con Maraga il 19 marzo, è arrivata la sospensione ufficiale.
Tuttavia, la situazione è tutt’altro che risolta. L’educatrice, assunta con un contratto a tempo indeterminato e con cinque anni di servizio alle spalle, non intende cedere.
Supportata da un avvocato, sta negoziando con l’istituto per trovare una soluzione, che potrebbe includere una buonuscita per evitare un licenziamento formale. “Amo il mio lavoro e non voglio licenziarmi,” ha spiegato. “Ma non meritavo questo trattamento.”
Il caso ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, circa trenta mamme dei bambini dell’asilo hanno firmato una petizione a suo favore, lodandola come un’educatrice “fantastica, amorevole e attenta.” “Quel che fa fuori dalla scuola non ci interessa,” ha dichiarato una di loro.
“I nostri figli le vogliono bene, ed è questo che conta.” Dall’altro, la Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) di Treviso sta lavorando a un codice etico per regolamentare il comportamento degli insegnanti, anche nella sfera privata, sottolineando che una scuola cattolica deve riflettere determinati valori.
La vicenda ha attirato l’attenzione persino del Ministero dell’Istruzione, che starebbe valutando un adeguamento del codice etico per i docenti, includendo una “social media policy” per evitare situazioni simili in futuro.
Intanto, Maraga non si ferma: il suo profilo Instagram ha guadagnato migliaia di follower in pochi giorni, superando i 15mila, e lei continua a difendere le sue scelte. “L’Italia è ancora piena di tabù,” ha detto. “Io sono fiera di ciò che sono, dentro e fuori la scuola”.
Resta da vedere come si concluderà questa battaglia legale e personale. Quel che è certo è che il caso di Elena Maraga ha acceso un dibattito più ampio: dove si tracciano i confini tra vita privata e responsabilità professionale? E quanto pesa il giudizio sociale sulle scelte individuali?