170 mila euro per restaurare la Venere degli Stracci: ora è abbandonata in un deposito tra le bare


Napoli, una città che respira arte e contraddizioni, sembra aver voltato le spalle a uno dei suoi simboli più discussi: la Venere degli Stracci, copia monumentale dell’opera di Michelangelo Pistoletto.

Oggi, questa statua giace distesa sotto un telo polveroso in un deposito comunale di via Santa Maria del Pianto, circondata da mobili vecchi, ciarpame e un’atmosfera di abbandono, come riportato da Il Mattino.

La sua parabola, iniziata con grandi ambizioni, si è trasformata in un’odissea burocratica e culturale che racconta molto della gestione dell’arte pubblica in questa città.

Dove si trova ora la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto

Tutto inizia in piazza Municipio, dove la Venere viene esposta per la prima volta. Ma il debutto è drammatico: l’opera viene data alle fiamme, un gesto che scuote l’opinione pubblica.

Ricostruita con un investimento comunale di quasi 170mila euro – nonostante Pistoletto l’avesse “regalata” alla città – la statua torna in scena, solo per essere presto sostituita dal contestato Pulcinella di Gaetano Pesce.

Il 26 agosto 2024 segna un altro capitolo: la Venere viene rimossa per far spazio a una nuova installazione e trasportata nel deposito dove si trova ora. L’idea iniziale era ambiziosa: darle una nuova vita nella chiesa di San Severo al Pendino, un luogo storico di proprietà comunale, perfetto per mostre ed eventi. Ma il progetto si è arenato.

Con i suoi sette metri di altezza e 16 tonnellate di peso, la Venere non è un’opera facile da collocare. Prima di tutto, è stato necessario uno studio ingegneristico per verificare se il solaio della chiesa, costruita nel 1448 e restaurata l’ultima volta nel 1845, potesse reggerne il peso.

Superata questa prova, il Comune ha dovuto confrontarsi con la Soprintendenza, l’ente che tutela i beni culturali. Il responso è stato chiaro ma deludente: sì all’esposizione, ma solo per un anno.

Un permesso temporaneo che ha fatto naufragare i piani: trasferire e allestire un’opera così imponente per appena 365 giorni è stato giudicato troppo costoso e poco sensato. Così, tutto si è fermato.

Da allora, la ricerca di una nuova casa per la Venere è diventata un rompicapo. Esporla in una piazza o in una strada richiederebbe una sorveglianza costante, come quella già messa in campo a piazza Municipio dopo l’incendio, con guardie giurate a proteggerla giorno e notte.

Trovarle un luogo chiuso, invece, significherebbe affrontare di nuovo la Soprintendenza, un iter che si è già rivelato tortuoso. Nel frattempo, la statua resta lì, in un deposito accanto a un forno crematorio, dietro una parete di bare accatastate, coperta da un telo che sembra più un sudario che una protezione.

Manfredi disse: “Resterà a Napoli”

Il sindaco Manfredi ha recentemente chiuso le porte a ogni ipotesi di trasferimento fuori città, respingendo la proposta di Buonajuto: «Resterà a Napoli», ha dichiarato con fermezza.

Ma dove? La domanda resta senza risposta. La Venere degli Stracci, che nelle intenzioni di Pistoletto doveva essere un simbolo di rigenerazione e riflessione sul consumismo, è oggi un emblema di immobilismo e incertezza.

Distesa tra i resti di un passato dimenticato, aspetta un futuro che nessuno sembra in grado di garantirle. Napoli, città di bellezza e caos, si ritrova ancora una volta a fare i conti con le sue contraddizioni: un’opera d’arte che potrebbe brillare è invece nascosta, in attesa di un riscatto che tarda ad arrivare.


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