Si può bere l’acqua dal rubinetto? Ecco cosa rivelano le analisi…


L’Italia è la seconda in Europa per il consumo di acqua in bottiglia, nonostante la nostra acqua pubblica sia la meno cara in assoluto. Il 61,8% delle famiglie italiane preferisce acquistare acqua minerale perché non si fida dell’acqua che esce dal rubinetto della propria casa, percentuale che cresce nettamente al Sud, ma che aumenta nei casi di allarme sulla presenza di arsenico.

Acquistare acqua in bottiglia porta ad un progressivo accumulo di rifiuti e non è detto che garantisca una maggiore qualità. Questa abitudine italiana innesca un meccanismo economico che porta immensi guadagni alle aziende imbottigliatrici e un enorme consumo di risorse per il Paese, oltre ad alti livelli di inquinamento indotto e consumo di risorse. Un giro d’affari pari a 2,25 miliardi di euro che riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali, inoltre, l’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Un vero e proprio business dietro ogni bottiglia d’acqua.

Però non tutti sanno che sull’acqua pubblica vengono effettuate ciclicamente delle analisi chimico-fisiche per il controllo della qualità. Esistono alcune società che rendono pubbliche i risultati sui propri siti, con mappe geografiche delle zone analizzate in modo da controllare l’acqua del paese dove si vive. La GORI (Gestione Ottimale Risorse Idriche) effettua prelievi per monitorare 62 parametri: parametri indicatori (colore, durezza, odore, torbidità…); parametri chimici (cloruri, fluoruri, mercurio, nitrati, sodio…); parametri microbiologici (escherichia coli, enterococchi…). E’ possibile, sempre sul sito della stessa, leggere l’etichetta dell’acqua del proprio comune di appartenenza.

Noi riporteremo solo i valori di Arsenico, espressi in milligrammi, contenuti nelle acque dei maggiori comuni vesuviani:

Torre del Greco: 2.0;

Torre Annunziata: 1.6;

Castellammare di Stabia: Minore a 1.0;

San Giorgio a Cremano: 2.0;

Portici: 2.4;

Ercolano: 2.1

Per quanto riguarda, invece, i valori della città di Napoli questi variano a seconda delle zone e risultano esser di poco inferiori o uguali a quelli del vesuviano. I risultati delle analisi condotte dalla ABC di Napoli, riportano valori delle zone principali che vanno dagli 1.0 del Vomero, dell’Arenella e di Piazza del Plebiscito, ai 2.0 dell’area di Pianura e di via Chiaia, ai 3 di Bagnoli, di Fuorigrotta, di Posillipo, di Poggioreale e di Secondigliano, mentre nelle zone più meridionali, al limite con i comuni vesuviani, i valori tornano ad oscillare tra 1 ed inferiore ad 1.

Dunque la quantità di arsenico risulta molto inferiore al limite consentito che è di 10 mg, infatti la qualità e la potabilità dell’acqua napoletana è garantita dalle società di pertinenza, al 100%.

Chiunque voglia controllare i valori ed i parametri della zona in cui abita può tranquillamente scaricare l’etichetta dell’acqua dai vari siti:

Per i comuni del vesuviano, clicca qui!

Per le varie zone di Napoli, clicca qui!

 


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