E’ stato ritrovato l’albero di Natale che era stato rubato nella Galleria Umberto I solo dopo una notte. Un furto a tempo di record proprio come il ritrovamento. A rubare il “pino dei desideri” sarebbero stati dei ragazzi che sono stati filmati da una telecamera a circuito chiuso durante il fattaccio. A questo proposito il sito IlMattino.it scrive:
Furto a tempo di record: è durato solo poche ore l’albero di Natale installato, come da tradizione, dal commerciante Antonio Barbaro nella Galleria Umberto. L’albero è stato ritrovato in tempi record dai carabinieri in mattinata a poca distanza dalla Galleria Umberto. Era stato abbandonato in vico Tofa, nei Quartieri Spagnoli. L’albero sarà riconsegnato al proprietario dai militari.
La tradizione dell’albero dei desideri, purtroppo, va di pari passo con il tradizionale furto dell’albero. Il bottino è di un migliaio di euro (tanto vale un albero come questo, che “viene dalla Normandia”, come assicura Barbaro). Ma forse il danno di immagine, in questo caso, è più gravoso degli euro.
«Ce ne vorrebbero due di alberi – dice Antonio Barbaro -, uno per i turisti e uno per i ladri. Comunque, ne risistemeremo un’altro al più presto, così i napoletani sapranno dove mettere i loro desideri natalizi». Forse si è trattato di una ragazzata. Forse no. «Qualcuno deve averli mandati questi dieci ragazzini che hanno rubato l’albero», sussurrano in Galleria.
«Per miseria l’hanno rubato, c’è tanta miseria in giro che pure un albero può fare comodo», dice Nunzia, che abita nei quartieri.
Altro problema, sollevato da Giovanni, è quello della mancanza di sicurezza in Galleria. «La notte qui diventa terra di nessuno. E’ incredibile che non ci sia un minimo di sorveglianza». Siamo (quasi) alle solite: i luoghi storici della città, i più belli, lasciati al loro destino. E un desiderio: che l’albero dei desideri, per una volta, resti dov’è.
Un video ripreso da una telecamera a circuito chiuso prima della mezzanotte racconta il susseguirsi delle azioni del furto: un gruppo di ragazzini prima liberano la cima dell’albero da un legaccio che lo teneva ancorato (uno di loro si arrampica fino in cima, all’altezza di otto metri, e ne taglia la punta) poi, dopo essersi allontanati per alcuni minuti, il branco torna in azione. Prima abbatte il pino, facendolo dondolare dalla base, e poi lo trascina via.