L’acqua del rubinetto al Sud è potabile? Ecco il confronto con il resto d’Italia
Dic 09, 2014 - Claudia Ausilio
Poche settimane fa affrontammo il problema acque potabili e il relativo business nascosto dietro l’imbottigliamento delle acque. Abbiamo pubblicato i dati relativi alla zona di Napoli e provincia, scoprendo dei valori assolutamente nella norma e anche al di sotto, in alcuni casi.
La quantità di Arsenico, presente nell’acqua del rubinetto, oscilla tra l’inferiore a 1 e 2 ed in rari casi arriva a 3 mg per litro. Ricordiamo che il valore limite, oltre il quale si parla di acqua non potabile, è 10 mg per litro. Andando ad indagare un po’ nei siti di società che operano nell’analisi delle acque in ambito nazionale, abbiamo raccolto i dati di alcune città principali d’Italia. In tutta la penisola, l’acqua del rubinetto è potabile, in quanto la quantità di Arsenico e di agenti inquinanti è inferiore al limite (<10 mg/L), ad esclusione della zona del viterbese, dove i valori di Arsenico raggiungono i 27.200 mg/L.
Di seguito si riporta la media dei valori riportati per ogni provincia indagata:
– Torino: tra 1 e 5 mg/L;
– Genova: inferiore a 1;
– Milano: inferiore a 1;
– Trieste: inferiore a 1;
– Venezia: inferiore a 1;
– Verona: inferiore a 2;
– Bologna: tra 1 e 5;
– Firenze: inferiore a 1;
– Grosseto: 7.320 mg/L;
– Roma: intorno ai 5 mg/L;
– Cerveteri: 6.2 mg/L;
– Caserta: inferiore a 2;
– Napoli: inferiore a 2;
– Bari: inferiore a 1;
– Palermo: inferiore a 1;
– Catania: inferiore a 2
Come si evince dalle analisi effettuate, possiamo notare che i valori sono alquanto omogenei su tutto il territorio nazionale, escludendo alcune città, come Grosseto e Cerveteri, dove sono nettamente superiori e la provincia di Viterbo dove addirittura l’acqua del rubinetto non risulta potabile.
Per quanto riguarda il Sud, a dispetto di quello che si dice e dell’inquinamento ambientale di cui si parla, le analisi parlano chiaro: l’acqua del rubinetto è ottima e ha valori ampiamente inferiori al limite consentito.