Fin dove può spingersi l’ottusità di un uomo pronto a difendere strenuamente l’indifendibile? Chi ha guardato la puntata di ieri di Ballarò, programma andato in onda ieri su Rai Tre, non avrà grandi problemi a rispondere, perché dopo l‘intervento di Giuliano Ferrara sulla famosa Mafia Capitale, c‘è solo da restare allibiti.
Sembra già abbastanza assurdo che Tv, giornali e media nazionali abbiano scoperto solo oggi che anche a Roma esista la criminalità organizzata (come se la “banda del magliana” fosse stato solo un buon soggetto cinematografico da cui ricavare qualche soldo e un po‘ di serie in Tv) ma che addirittura ci sia chi sia pronto a sostenere che questa non possa essere considerata Mafia, sembra essere davvero inconcepibile.
“Dove sono i morti? Se c’è la mafia, voglio i morti sul selciato.. Sennò che mafia è?” questo il commento del direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, al dibattito scatenatosi in seguito allo scandalo “Mafia Capitale“. Una frase agghiacciante che in un attimo raggela lo studio, compresa la giornalista Claudia Fusani che, con estrema intelligenza replica: “La violenza c’è stata. A Roma ci sono stati numerosi morti. Persone che venivano picchiate. E poi cosa deve essere la violenza? Per forza spararsi addosso?”.
A parte che Roma di morti sospette e violente ne ha viste e raccontate parecchie, vorremmo comunque ricordare a Ferrara che le mafie, così come le inchieste e la letteratura sul caso ci insegnano, da tempo hanno smesso di vestire i panni dei gangster alle prese con mitragliette e fucili, indossando invece gli abiti tanto cari agli uomini di politica e a quelli dell’alta finanza (i famosi colletti bianchi, nel caso non si fosse capito).
Ma Ferrara, se possibile, riesce a fare perfino di peggio accostando la criminalità malavitosa di personaggi quali Massimo Carminati allo spirito un po’ truffaldino e superficiale dei romani che non pagano il biglietto dell’autobus. Insomma, secondo il noto giornalista, non pagare il biglietto dell’autobus equivale ad essere un sanguinoso e feroce criminale noto alle cronache per essere un terrorista eversivo neofascista e pluriomicida.