La Cina colpisce ancora, a discapito dell’economia del nostro Bel Paese ed in particolare dell’entroterra partenopeo, spesso colpito ingiustamente più di altre zone. Stavolta non si tratta di abiti, giocattoli o oggetti nocivi alla salute o tentativi di rubare il lavoro agli italiani ma di soldi: sono stati introdotti milioni di euro falsi nelle province di Napoli, Salerno, Cosenza e Palermo, provenienti direttamente dalla Cina.
Lo scorso aprile 2014, i Carabinieri di Palermo e della Sezione operativa del Comando Carabinieri Antifalsificazione monetaria di Roma, grazie alle indagini sull’omicidio di Massimo Pandolfo, imprenditore che sfruttava minorenni pagandole con euro fasli in cambio di prestazioni sessuali, hanno aperto una lunga e doverosa inchiesta sull’introduzione di euro falsi.
Milioni di monete clonate, il cui valore si aggira oltre i 500 mila euro sono state sequestate. Dodici persone in particolare sono coinvolte nell’illecito traffico. Il 23 settembre, a Poggiomarino, durante i controlli in un magazzino adibito appositamente per la clonazione, i carabinieri hanno sequestrato un contanier giunto nel Porto di Napoli da Shangai, ad opera di Yong Zhuangxiao: ben mille monete da uno e due euro con valore complessivo di 556.000 euro sono state ritirate dalla circolazione. Un vero e proprio sopruso ai danni del territorio napoletano.
Le monete sono passate sotto la visione della Zecca dello Stato per le dovute analisi, in seguito alle quali si è scoperto che il metodo utilizzato per la clonazione era simile a quello della regolare tecnica utilzzata per la produzione di monete, con una piccola differenza: venivano modellate a mano con delle matrici anziché che con la procedura del bagno galvanico per elettroerosione.
La stessa situazione è stata riscontrata a malincuore anche a Torre del Greco, Como, Modena, Malta e Palermo. I principali mediatori dell’illecito traffico sono corrieri italiani e cinesi, residenti in Campania, quali Huang Zhongming, Ren Yuping, Huang Yunrui, Huang Hanxia, Dino Stancato, Antonietta Merolla e Vincenzo Verdoliva che fanno da ponte tra l’Italia e la Cina.
A Palermo le monete giungono anch’esse dalle navi partite da Napoli, su dei piccoli trolley. Sono responsabili principalmente: Seidu Abdulai, Sarah Idehen Oduwa, Gaetano Di Maria, Giovan Battista Filippone.