Tutto pronto al Duomo di Napoli per una delle ricorrenze più importanti nella storia della città. Oggi centinaia di fedeli affolleranno la cattedrale napoletana per assistere al miracolo di San Gennaro, anche se non tutti sanno che si tratta del terzo prodigio annuale ad opera protettore di Partenope. Il sangue di San Gennaro, infatti, si liquefa (ammesso che tutto vada bene) tre volte l’anno: il sabato antecedente la prima domenica di maggio (e gli otto giorni successivi), il 19 settembre in occasione della festa del santo (e gli otto giorni successivi), il 16 dicembre (e gli otto giorni successivi).
Quella del 16 dicembre è una data molto importante nella memoria partenopea, poiché quel giorno del 1631 si verifico un’eruzione potentissima del Vesuvio (130 anni dopo l’ultima), una delle più violente a memoria d’uomo, la quale causò la morte di migliaia di persone – ci furono delle vittime perfino ad Avellino – e del bestiame, causando perciò gravissimi danni economici. La gente dei vicini paesi vesuviani fuggì verso Napoli per rifugiarsi e tenersi in vita, ed è allora che, secondo la devozione popolare, fu proprio San Gennaro a intercedere affinché il vulcano placasse la propria ira: il 17 dicembre il vescovo di Napoli ordino che il santo fosse portato in processione, e secondo le fonti scritte da storici e uomini di lettere, non appena il busto fu rivolto verso il Vesuvio l’eruzione cominciò a perdere intensità. Il vulcano si calmò del tutto a 17 giorni dal principio dell’evento, ed espulse oltre cento milioni di metri cubi di lava.
Da secoli il popolo partenopeo si affida al sangue per essere salvato dalle carestie, dalle pestilenze, dalle feroci eruzioni del Vesuvio, dai terremoti e da ogni problema di ordine Naturale o Sociale. Insomma si sa, Napoli non potrebbe esistere senza San Gennaro e… San Gennaro non potrebbe esistere senza la città.