Il Capodanno 2015 a Napoli pensavano di festeggiarlo con il dolce principe della pasticceria partenopea, il Babà, ma con un ingrediente speciale, polvere da sparo. E’ quanto riferisce La Repubblica.it.
I militari dell’Arma dei Carabinieri hanno sequestrato a Mugnano, circa tre quintali di fuochi d’artificio di IV e V categoria, fabbricati e conservati in un appartamento sito in una zona densamente abitata. L’abitazione appartiene ad un uomo di 61 anni, già noto alle forze dell’ordine e arrestato in passato per detenzione di materiale esplosivo. Sul posto sono intervenuti gli artificieri del Comando provinciale di Napoli che hanno catalogato e trasportato in sicurezza il materiale pericoloso, tra il quale colpiscono queste bombe carta di fabbricazione artigianale a forma di babà.
E dopo la “Bomba di Maradona”, dopo la “Bomba Hamsik” e la più recente “Bomba Pipita”, quest’anno a Napoli si è preferito dirigersi verso l’ambito culinario, scegliendo un dolce simbolo di Napoli nel mondo, confermando ancora una volta la fantasia e l’ingegno del popolo partenopeo. Ma la notizia non serve ad elogiare, invece, questa porzione di persone che si ostina ogni anno a fabbricare illegalmente i fuochi, oltretutto in appartamenti situati in aree cittadine densamente abitate.
Da decenni, ormai in Campania Capodanno è sinonimo di strage. Anche se negli ultimi anni il consumo di botti illegali sembra esser diminuito, sono ancora troppi i feriti. Basti pensare solo agli ultimi due capodanni, quello del 2013, in cui solo in Campania ci sono stati due morti e 361 feriti, tra cui 53 bambini, mentre nello scorso capodanno, nessun morto ma oltre 350 feriti.