L’antropologia culturale, nel corso della storia, ci ha insegnato che ogni popolazione nasconde peculiarità e caratteristiche straordinarie. Stranezze, stravaganze e assurdi modi di fare (e di dire) spesso inspiegabili se letti secondo le regole della nostra cultura. Ogni popolo, al di là di ogni possibile contaminazione, mantiene inalterata una sorta di intrinseca essenza che lo contraddistingue e lo rassomiglia (in base alla prospettiva che si sceglie di guardare) alle altre popolazioni presenti sul pianeta terra.
In fatto di cultura, i napoletani godono di un punto d’osservazione privilegiato. Ad oggi, la napoletanità continua a conquistare il mondo, a riprova di quanto lo spirito napoletano riesca a catturare anche culture e civiltà profondamente lontane e diverse.
Tra questi aspetti, potremmo inserire la predisposizione del napoletano, ad esprimersi attraverso la gestualità. In realtà, così come ci insegnano gli esperti, l’uomo poggia la sua intera esistenza su questa antica e innata capacità. Fin dal principio infatti, quando ancora non esisteva un linguaggio strutturato e complesso, gli uomini comunicavano mediante l’uso dei gesti.
Vista la naturale predisposizione di ogni singolo individuo alla gestualità, “l’arte del gesticolare” è stata per secoli parte integrante del processo comunicativo tra esseri umani, fino all’introduzione della lingua unica. In Italia ad esempio, con l’arrivo del “volgare” reso popolare dalla scrittura di Dante, Boccaccio e Petrarca, gesticolare è divenuto sinonimo di maleducazione. Quante volte abbiamo sentito dire che, gesticolare vistosamente quando si parla, è un’azione priva di ogni forma di galateo?
Eppure, al di là di ogni forma od etichetta, l’arte del gesticolare in realtà semplifica la comunicazione aumentandone altresì, l’intensità espressiva. Pare che l’uso del linguaggio delle mani, sia stato importato nelle regioni del sud Italia dalla Grecia, trasformandosi in fretta in caratteristica indiscutibile di tutti i popoli mediterranei anche se tutti sanno che è proprio all’ombra del Vesuvio che la comunicazione gestuale si è sviluppata fino a diventare quasi una vera e propria arte espressiva.
Numerosi sono i gesti che ogni giorni, a volte senza neppure rendercene conto, accompagnano le nostre discussioni. Ma che vuoi, dove vai, ci vediamo dopo.. quante di queste espressioni abbiamo abbreviato semplicemente grazie alla mimica? E perché, dovrebbero rappresentare oggi motivo di imbarazzo o maleducazione?
Chi di voi riuscirebbe a dare la giusta enfasi al discorso, senza l’utilizzo delle mani? Come suggerito dal portale portanapoli.com sarebbe interessante svolgere un esperimento in grado di provarvi l’importanza della funzione del gesticolare nell’arte della narrazione.
Legate le mani dietro alla schiena e provate a narrare una storia. Senza l’uso di queste scoprireste che parlare risulta molto più difficile, perché l’inibizione della gestualità comporta in realtà anche l’inibizione di qualsivoglia capacità espressiva e narratoria. Perciò, da oggi in poi, ogni qual volta sentirete dire a qualcuno “Gesticolare è un’abitudine da cafoni” potrete spiegargli che, in realtà, è una delle massime forme di espressione sin dalla notte dei tempi!
…E adesso godetevi questo straordinario video…