Il napoletano di indole è una buona forchetta e come tale apprezza di buon grado tutto ciò che rallegra il palato. La buona cucina è una caratteristica predominante nel D.N.A. partenopeo, e proprio per questo motivo, per gioire di alcuni dei piccoli piaceri della vita, non si può non visitare Napoli.
Pizza, spaghetti, zeppole e panzarotti, il babà, la sfogliatella, una lista lunghissima che farebbe venir fame a chiunque, si può elencare quando si pensa di sgranocchiare qualcosa a Napoli, una sfilza di chicche culinarie che non deludono mai.
Tra le tante cose, c’è ne una che tutti almeno una volta hanno provato, si può trovare nei bar, nelle pasticcerie, nelle rosticcerie, ma anche a casa quando le mamme si mettono all’opera, quella che ha fatto innamorare grandi e bambini e si acquistava dopo un giro alle giostre di Edenlandia, la famosa “graffa napoletana”.
La graffa a Napoli è un’istituzione, proprio come la pizza, la sfogliatella o il babà. L’odore che sprigiona durante la cottura, non è quello tipico della frittura che spesso può infastidire, ma un alone inebriante di dolcezza che sembra voler attirare a se tutti i golosi.
Quando si parla di graffe, bisogna specificare che esistono diverse ricette, quelle che contengono le patate e quelle senza, di base però gli ingredienti sono simili, a base di lievito, acqua, farina, uova, burro, zucchero e vanillina. Con una forma tipica delle ciambelle, le graffe non vanno confuse con le castagnole, dolce tipico di carnevale molto simile a graffette tonde ripiene, che però non sono napoletane, bensì romagnole. A Napoli la graffa si mangia sempre, che sia estate o inverno, Carnevale o Natale, ogni occasione è buona per addentare la morbidezza ricoperta di zucchero, le frittelle di carnevale sono altre, con una ricetta diversa, ovvero le frittelle di pasta cresciuta.
Per qualcuno la graffa più buona è sempre quella che fa mammà, ma se dovessimo consigliare a qualche amico un posto dove assaggiare la bontà di questo semplice dolce partenopeo, tenendo per noi il gioiello culinario della mamma, dove potremmo indirizzarlo?
Sono numerosi i posti che fanno gioire gli amanti del fritto dolce, come la Pasticceria Carraturo, famosa per la sfogliatella ma abile e impeccabile anche per la graffa, il Ciottolo in via Marina, che ogni sera fa gioire milioni di ragazzi che prima di rientrare a casa si concedono un pit stop per una graffa calda, il panificio Il Fornaio, in via Maddalena, nel cuore di Napoli, il Cornettone a via Alessio Mazzocchi, I Ciambellai nella Pignasecca, un classico banchetto di frittura in una delle strade più folkloristiche di Napoli, Pupetta a Castellammare di Stabia in zona Scanzano, ma secondo il sito agrodolce.it, sono dieci i posti in particolare che meritano di essere visitati per assaporare e graffe più buone. Ecco quali:
Come si può notare la graffa a Napoli più che un dolce è un’opera d’arte, fatta di ingredienti semplici ma non alla portata di tutti. Soffice, lievitata e asciutta, questi sono i punti fondamentali per incoronare quelle migliori. Noi vi consigliamo di provarle tutte, anche quelle non inserite nell’elenco.
Una graffa al giorno? Meglio di no, ma una dolce concessione ogni weekend ci starebbe proprio bene.