Foto, Torre del Greco non è una città per disabili
Mar 12, 2015 - Domenico Ascione
via Piscopia, Torre del Greco
Trent’anni fa il Governo, con la Legge 41 del 1986, introdusse un piano di regolazione per rendere le strutture e gli spazi pubblici agevoli anche per i cittadini invalidi e con ridotte capacità motorie rimuovendo le, cosiddette, barriere architettoniche.
Il P.E.B.A. (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) avrebbe dovuto essere recepito da tutte le Amministrazioni Comunali a partire dall’anno successivo, ma, in molti casi, la ricezione del progetto è arrivata con ritardi di decine di anni.
Il Comune di Torre del Greco non ha ancora un P.E.B.A. e i torresi con capacità motorie ridotte non hanno alcun modo per tutelare il proprio diritto a fruire, senza ostacoli, degli spazi pubblici della propria città.
Molte strutture pubbliche torresi (scuole, uffici comunali) sono, infatti, del tutto sprovviste delle basilari infrastrutture previste: ad esempio le rampe per le sedie a rotelle, spazi minimi nei bagni, sistemi per facilitare l’apertura e il transito attraverso porte e corridoi.
Inoltre molte strade urbane, per la misura dei marciapiedi e la presenza di ostacoli architettonici, sono del tutto impraticabili da persone invalide.
Eppure il Piano prevede un preciso sistema per essere attuato dalle Amministrazioni, senza gravare troppo sulle finanze pubbliche:“I Comuni destinano – stabilisce la norma – una quota annuale non inferiore al 10% delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione e costi di costruzione ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche per le opere, edifici, spazi urbani, ed impianti esistenti di loro competenza, in esecuzione dei piani previsti…”.
Inoltre ai fini dell’attuazione di queste disposizioni il Comune dovrebbe inserire, all’interno della commissione edilizia, un esperto apposito per la rimozione delle barriere architettoniche.
Il Consigliere Ludovico d’Elia, del Movimento 5 Stelle, ha sollevato un’interrogazione consiliare volta ad adottare il P.E.B.A. e a sottolineare l’estrema gravità della mancanza:“Nel nostro comune persiste una grave mancanza – scrive D’Elia – che ci mette in una condizione di illegalità diffusa a danno delle persone disabili.”