“Se potessi rinascere…”, così canta Marco Masini nel 2000 nell’album “Raccontami di te“. Su quel palco tanto osteggiato ma vetrina eccellente per tutti quelli che oggi rappresentano il meglio della musica nostrana, il cantautore fiorentino nasce, resuscita e si rinnova ancora una volta. Una carriera intrisa di successi: gli anni ’90 sono strabilianti, capace di interpretare la rabbia e il disagio dei giovani, vola in vetta alle classifiche nazionali. I suoi dischi sono venduti in Italia e all’estero. Masini conquista il grande pubblico con la sua voce ruvida e graffiante.
“T’innamorerai, forse non di me,
starai ferma lì
e succederà da sé…da sé
Della libertà degli amici tuoi
te ne fregherai
quando t’innamorerai…vedrai”
(T’innamorerai, 1993)
Si parla di “fenomeno Masini” fino al lento ed inesorabile declino che lo porta nell’aprile del 2001 a dire basta con la musica. Le radio decidono di non passare le sue canzoni, Masini diventa il simbolo della “sfiga” , l’uomo “nero“, da evitare, da non ascoltare e da combattere. Un’ ombra che lo perseguita anche nel presente: le più importanti stazioni radio si rifiutano di trasmettere le sue canzoni, salvo casi eccezionali come nel 2004 quando (un anno dopo il suo ritorno alle scene) trionfa con “L’uomo volante” portandosi a casa la vittoria sanremese.
“Vorrei regalarti un mondo diverso
Che ha fatto la pace con la sua crudeltà”
(L’uomo volante, 2004)
A dieci anni dalla sua ultima apparizione all’Ariston (“Nel Mondo dei sogni”, 2005), Marco Masini appare trasformato. I sentimenti nelle sue canzoni sono diversi, a cantare è un uomo maturo che interpreta nelle sua canzone “Che giorno è”, la saggezza di chi ha superato i 50 anni.
“Vivere cadere vivere e rialzarsi vivere
Ricominciare
Come la prima volta
Dimmi che adesso t’importa
E smettila di smettere
Vivere ed amarsi vivere e lasciarsi vivere e
Riconquistarsi
Come l’ultima volta
In questa vita che ha fretta
Di vivere che giorno è
Che giorno è”
(Che giorno è, 2015)
Un rinnovamento che appare ancor più evidente in questa nuova avvenutura, l’ottava al Festival. “Spostato di un secondo”, celbra il distacco definitivo dal vecchio Masini. Non è più il giovane che racconta il dolore e la rabbia con “Vaffanculo” e “Bella Stronza”, ma un uomo che ha metabolizzato quei problemi sociali e prova a lanciare un messaggio di speranza.
In questi anni ha girato l’Italia, tante sono state le sue tappe in giro per il bel Paese. Ma Napoli gli è rimasta nel cuore, come è deducibile da una considerazione che rese nel 2012 al quotidiano La Nazione: “Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La Napoletanità è una cosa unica. E’ chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l’ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa”.