La proposta: Napoli come Trabzonspor, celebrazioni al minuto 61 di ogni partita

I territori del Regno delle Due Sicilie


Il minuto 61 per i tifosi del Trabzonspor rappresenta un vero e proprio segnale di rivolta per i tifosi. Un’esultanza che non riguarda la partita, improvvisa, senza una ragione apparente, fatta di fuochi d’artificio, coreografie, petardi e cori che danno vita ad uno spettacolo che anima l’intero stadio. Tutto ciò si ripete come una consuetudine ad ogni partita, in casa o in trasferta, indipendentemente dal risultato, al minuto 61 la tifoseria del Trabzonspor, riconosciuta come una di quelle più calorose, si alza in piedi ed inizia a festeggiare animatamente, tutto ciò per ricordare quando nel 1461, avvenne la liberazione della città di Trebisonda dall’Impero Bizantino e la conquista degli Ottomani. Un modo singolare che rappresenta la profonda fusione tra storia, cultura e sport.

Il numero 61 è significativo anche per i Napoletani, che nel 1861 persero la propria indipendenza con la proclamazione dell’Unità d’Italia, a causa dell’invasione piemontese che da allora ha portato declino alla città partenopea e a tutto il Mezzogiorno. Per questo motivo il Movimento Neoborbonico ha proposto ai gruppi di tifosi organizzati del Napoli di inscenare una celebrazione simile al sessantunesimo minuto di ogni partita, proprio come fanno i turchi, anche se questi ultimi ricordano una vittoria e non un evento che avvertono come negativo. Questo è quanto comunicato dal Movimento Neoborbonico sul proprio sito:

“Nella vittoriosa trasferta turca del Napoli in Europa League, i tifosi locali, come fanno da tempo, hanno festeggiato al minuto 61 nel ricordo della battaglia che nel 1461 (oltre 5 secoli fa!) vide la fine del piccolo Impero di Trebisonda, erede di quello bizantino, e l’inizio di quello ottomano. Il Movimento Neoborbonico ha inviato a diversi gruppi di tifosi organizzati del Napoli la proposta di avviare in occasione delle prossime partite del Napoli una celebrazione simile, pacifica e colorata, sempre al minuto 61 per ricordare, però, il nostro 1861. Il 1861 che segnò l’inizio della fine di Napoli capitale e del Regno delle Due Sicilie con i suoi primati positivi che fecero posto a quelli solo negativi, l’inizio del massacro di migliaia di meridionali chiamati “briganti” e cancellati dalla storia, del saccheggio delle nostre banche, dello smantellamento delle nostre fabbriche, di un’emigrazione prima sconosciuta con questioni meridionali ancora irrisolte, sempre più dimenticate e sempre più gravi. Il nostro 61 potrebbe essere un 61 molto più collegato al presente e potrebbe offrire la possibilità di diffondere verità storica e orgoglio, elementi preziosi per il futuro del nostro Sud”.


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