Fiorella Mannoia ricorda Pino Daniele: “Mi ha insegnato a cantare napoletano”
Mar 09, 2015 - Rosanna Gaviglia
La Repubblica ha intervistato la nota cantautrice Fiorella Mannoia che ha voluto ricordare la grande amicizia tra lei e Pino Daniele con il quale condivideva la stessa passione per la musica e per le sue canzoni napoletane.
La Mannoia, che sarà in concerto il 28 aprile al Teatro Augusteo di Napoli, ha raccontato che il grande Pino le ha insegnato a cantare in Napoletano e che durante le loro esibizioni da grande maestro correggeva i suoi errori: “Pino mi ha insegnato a cantare Napoletano, ho imparato dalle sue canzoni, mi ha fatto da coach durante il nostro tour in quartetto con Ron e Francesco De Gregori, mi correggeva quando sbagliavo e ci facevamo un mare di risate. Vedere piazza del Plebiscito piena di gente dopo la sua morte è stato commovente, è stato come se fosse morto un re”.
Fiorella Mannoia reputa Pino Daniele “un burbero dal cuore morbido” che è stato in grado “di coniugare melodia napoletana con la musica anglosassone come mai nessuno aveva saputo fare prima”.
Simbolo della musica partenopea è proprio con la lingua napoletana che Pino ritrovava sé stesso regalando a milioni di persone sublimi poesie.
“Aveva un sentimento di amore e odio per la sua città, gli ricordava un periodo della vita che non deve essere stato facile, l’amava molto anche se ne rimaneva lontano, Napoli rappresentava una ferita nel suo passato intimo, me ne ha parlato spesso ma rispetterò le sue confidenze e non ne parlerò. Per capire la sua Napoli poi basta ascoltare “Napul è”, lì c’è tutto, si respira la città, c’è anche la sofferenza e l’abbandono di un luogo difficile. Per me “Napul è” è come “Imagine” di John Lennon. Pino anche se non viveva più a Napoli non ha mai smesso di denunciarne il degrado e di sentirsi uomo del Sud.”
La Mannoia grazie alle canzoni di Pino ha imparato ad amare Napoli, il lungomare, i vicoli e le persone: “Amo Napoli così com’è, perché o la ami o la odi com’era per Pino, nel bene e nel male.”