Le dichiarazioni di Antonio Polito, direttore del Corriere del Mezzogiorno e politico italiano, sull’intero Sud Italia, lasciano ben poco all’immaginazione e non sono solo oggetto di critica, ma anche sinonimo di scarsa informazione e superficialità, pronunciate senza argomenti che possano avvalorare la sua tesi. Una tesi inesistente. Oltretutto, tutto ciò si addice ad un giornalista, il cui ruolo dovrebbe essere proprio quello di informarsi al meglio e raccontare così come sono?
Ecco cosa è successo: intervistato dal TG1, dopo la visita del Papa a Napoli, ha incentrato il proprio discorso sul problema, ormai dilagante e chiacchieratissimo, della disoccupazione, partendo da una considerazione: “C’è una Grecia in Italia, e si chiama Napoli: 258mila disoccupati nella città e nella provincia” a cui si sommano coloro che un lavoro non lo cercano più, stanchi della crisi, coloro che un lavoro ce l’hanno ma a condizioni ai limiti del pensabile ed ai cosiddetti “nuovi schiavi”, ovvero immigrati e stranieri. Tutta questa “bella” premessa ed introduzione per poi infangare, senza ritegno e senza motivi validi, il Meridione: “è una piaga infetta sul corpo della Nazione”.
Continua dicendo che, nel momento in cui l’Italia “miracolosamente” si riprendesse dalla fortissima crisi, non ci sarebbe comunque nulla da fare per il Sud. Un problema troppo grosso da arginare, un fastidio immenso, una causa persa ormai! Inoltre, ciliegina sulla torta, cerca di giustificarsi rispondendo a chi giustamente ha contraddetto le sue assurde dichiarazioni, definendoli gentilemente “cretini” e senza dare spiegazioni al fatto che il Sud sia una piaga.
Per Antonio Polito, dunque, solo i cretini potevano fraintenderlo. Peccato che le sue parole siano riascoltabili da tutti, e peccato anche che nel momento in cui egli dice la disoccupazione è un problema del Sud, ed è una piaga infetta per l’Italia, si sottintende che è il Sud ad essere la piaga. Si limita inoltre allo slogan senza andare oltre, perciò, al massimo, invece di definire “cretini” gli altri avrebbe fatto meglio a prepararsi un altro discorsetto da recitare davanti alle telecamere del TG1, poiché da un giornalista ci si aspetta un uso corretto delle parole e della sintassi. Per non parlare, poi, dell’utilizzo dell’appellativo “neoborbonici” verso coloro che lo hanno criticato, situazione in cui Polito ha dimostrato la completa ignoranza della realtà, visto che il Movimento Neoborbonico è solo uno dei soggetti che porta avanti una lotta per il Mezzogiorno, mentre ve ne sono numerosi altri che pure la combattono senza essere neoborbonici. Ecco che cos’è in Italia l’informazione ritenuta “qualificata”.
E voi cosa ne pensate?