Ma non mancano le polemiche. Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della Radiazza attaccano il capo della Protezione Civile Gabrielli, sostenendo che “sarebbe ora di passare dalla teoria alla pratica”.
“Dopo l’ennesima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza per rischio vulcanico della zona rossa dell’area vesuviana emanate dal Capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli – sostengono i due – sarebbe il momento di realizzare le prove di evacuazione e trasformare tutta questa teoria in un minimo di pratica per gli abitanti del territorio. Per ora nessuno che abita in quelle zone è minimamente coinvolto in questi piani e tanto meno ha chiaro cosa dovrà fare in caso di emergenza”.
Denuncia estremamente condivisibile, specialmente se ricordiamo la stima secondo la quale se eruttasse il Vesuvio si creerebbe un ingorgo di 800 chilometri, perché non solo mancano le infrastrutture, i piani e i mezzi per evacuare la zona, ma gli stessi piani sono strutturalmente carenti. Se si verificasse l’evento, perciò, il panico tra la popolazione sarebbe assoluto e gli scenari disastrosi.