Il premier Matteo Renzi, durante la sua visita a Pompei ha rilasciato alcune dichiarazioni che risultano come una provocazione, poiché citate proprio nell’ambito degli scavi di Pompei. “Ho una tesi ambiziosa, quasi arrogante: l’Italia è più interessante nel futuro che nel passato“, ha affermato Renzi. A riferilo è l’Ansa.it.
Di ritorno da Washington, dopo il colloquio con Barack Obama, si è recato nella città alle pendici del Vesuvio ed ha palesato tutta la sua volontà di fare dell’Italia la protagonista nella promozione della crescita europea, ma non solo: investire nella cultura. “Perché il nostro Paese è una superpotenza culturale, – ha continuato – forse la più grande. E se in questi anni, un po’ addormentata, ha perso il treno della globalizzazione, può trovare in ogni giorno di ritardo accumulato un’ottima ragione per rimettersi a correre“. Deciso a fare la guerra ad una “burocrazia asfissiante“, sottolinea Renzi, “io sono qui per cambiare le cose, combattendo l’approccio di una parte del gruppo dirigente del Paese che continua a rassegnarsi, fare l’elenco delle lamentazioni, ma poi non cambiare“.
A Pompei il premier ha partecipato al terzo appuntamento di Expo idee, insieme ai ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina. “Pompei ed Expo sono rime baciate di un pezzo di strada che riguarda il futuro dell’Italia“, ha affermato Renzi. Tanti sono i problemi di questo paese e di questa terra ed il premier afferma di aver “rottamato l’espressione ‘non ce la faremo mai’“.
Certo non è la prima volta che sentiamo queste parole, a volte ci sembrano come ripetute a cantilena, stabilite da un copione. Ma i 105 milioni di investimenti di Pompei devono essere il futuro e l’inizio di un cambiamento dell’Italia e dobbiamo crederci per non lasciarci morire e per non lasciare che i nostri giovani abbandonino una terra come la nostra.