“Pompei è un paradiso di decenza e di invidiabile capacità manutentiva. E non è abitato da diavoli… Tutte balle!“. Così scriveva pochi giorni fa Giuliano Ferrara in un suo articolo su Il Foglio, parlando della sua visita a Napoli.
Nella sua intervista al Corriere del Mezzogiorno, l’ex direttore del noto quotidiano, ha spiegato il perché del suo articolo e ha precisato alcuni concetti: “Ci sono stato a Pompei”. […] “Ho preso la Circumvesuviana, era incasinata di pendolari, ma la fila per i biglietti era rapidissima e le indicazioni perfette. E’ la metropolitana più bella del mondo!”
“Quale altro treno ti consente di viaggiare osservando a sinistra l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo e a destra il mare e il Miglio d’oro?“, ha spiegato Ferrara. Parlando del treno che collega i comuni del vesuviano, ha affermato: “Nessuna coda. Certo, era giovedì e non sabato o domenica, ma esiste anche questa dimensione. E poi devo dire che l’organizzazione è cosi meticolosa che mi risulta difficile pensare a chissà quali disastri anche nei giorni di maggior afflusso“. E sulle critiche al personale ha precisato che “sono tutti carini, disponibili, con divise molto professionali. Gli addetti alla biglietteria. Gli operai al lavoro nei cantieri. I venditori di souvenir che spillano quattrini. I gestori dei chioschi. A proposito, ho bevuto una limonata buonissima fatta da una ragazza bulgara. Eccezionale“.
Si è espresso anche sulle condizioni degli scavi archeologici di Pompei, che secondo lui sono “perfette. Una passeggiata fantastica in un paradiso di decenza e pulito“. E sullo stato di conservazione del sito: “Ho visto una invidiabile capacità manutentiva, ho trovato una organizzazione non banale. Roba di cui essere orgogliosi. Qualche ciuffetto d’erba c’è, ma non dimentichiamoci che parliamo di rovine di una città esposte alle intemperie“. Riguardo ai numerosi crolli crede che siano normali, “di una città riportata alla luce e dunque reimmessa nel circuito distruttivo del tempo. Finirà come tutto finisce nel non asettico clima di pioggia, sole, vento, intemperie. È un destino naturale, perciò quando leggo di rovina della rovina mi arrabbio. Sono cretinate. Balle!“.
“Ma cos’ha che non va Pompei?“, gli chiede il giornalista. “È nevrotica, poco equilibrata, e dunque deve assolutamente prospettare la situazione limite che ti mette in ansia, il caso estremo. È per questo che nessuno racconta la cura di Pompei: oggi notizia decente è solo quella moralistica, autolesionistica, conformistica. Un po’ come accade a Napoli“.
Le dichiarazioni di Ferrara hanno suscitato non pochi dubbi al riguardo, in quanto potrebbe esser vero il fatto che pur di far notizia a volte si esagera e il criticare genera più scalpore del parlar bene e dell’elogiare gli aspetti positivi di una città. Ma i problemi che hanno Pompei e la Circumvesuviana sono innegabili e palesi. Le condizioni conservative del sito archeologico sono critiche e labili, in primis c’è la grana dei fondi europei bloccati dalla burocrazia troppo restrittiva. E poi, chi prende la Circumvesuviana tutti i giorni conosce bene i problemi e le limitazioni che ci sono, non sono per niente “balle” quelle che si raccontano.
Allora potrebbe sorgere un dubbio. L’ex direttore del Il Foglio, il treno l’ha preso? O è capitato a Napoli in un giorno fortunato?