Risollevare la Pedamentina? Un grande scivolo da San Martino a Corso V. Emanuele
Giu 30, 2015 - Domenico Ascione
C’era un tempo in cui la scalinata della Pedamentina, che a Napoli collega corso Vittorio Emanuele con la Certosa di San Martino, era una delle zone più trafficate e chiassose della città. Ricavata da un antico torrente nel quattordicesimo secolo arrivava con i suoi 414 scalini fino a Spaccanapoli ed era così imponente che venne persino fortificata per difendere la parte alta della città. Oggi è un luogo solitario e trafficato solo dai pochi abitanti del luogo.
Il Fai provò a promuovere il luogo organizzando una mini maratona e l’evento riscosse un enorme successo, ma, come spesso accade in questi casi “passato il santo, passata la festa” e la scalinata storica venne nuovamente dimenticata. Si è pensato quindi ad un progetto che non “sponsorizzasse” sterilmente, ma che possa dare nuova ninfa vitale alla struttura rendendola realmente sfruttabile. Cosa c’è quindi di più innovativo di qualcosa che attiri le risate e i giochi dei bambini di Napoli?
A pensarci è stato il gruppo di architetti composto da Flavia Scognamillo, Stefano Pinto e Francesca Nocca con la creazione di un rivoluzionario scivolo in grado di colorare e rendere divertente la storica struttura. L’impianto sarà riccamente colorato in modo non solo di attirare l’attenzione dei più piccoli, ma anche di far risaltare gli ambienti e le varietà cromatiche dell’intera zona circostante. Alla base dello scivolo sorgerà un’intera zona ricca di intrattenimenti per bambini e mostre per i più grandi che valorizzino il territorio.
Un modo quindi di arricchire non solo la Pedamentina, ma sopratutto i napoletani, come precisa Flavia Scognamillo:“Se l’ambiente urbano influisce sui comportamenti e sul benessere delle persone che lo abitano allora gli interventi di rigenerazione urbana, propulsori di cambiamento, devono avere l’obiettivo comune di migliorare la percezione dello spazio. Una delle strade possibili è rendere la città un luogo piacevole e giocoso, aumentando la qualità della vita e promuovendo allo stesso tempo coesione sociale“.