Caso Fortuna e verità nascoste: chiesta riesumazione di Antonio Giglio, 4 anni


Sempre più intricate ed ambigue le vicende legate al caso “Fortuna Loffredo“, morta a soli 6 anni, vittima di abusi e violenze. Si cerca la verità, quella nascosta nel “palazzo dell’orrore” del Parco Verde a Caivano. E’ lì che accadeva tutto, è lì che agiva un giro di pedofili, ed è lì che gli abusi sessuali pare fossero all’ordine del giorno. Dopo l’arresto di Raimondo Caputo, 43 anni, accusato dell’uccisione della piccola Fortuna, la Procura della Repubblica di Napoli Nord ad Aversa prosegue con le indagini, per capirne di più, per capire quale fosse quella rete “perversa” con la quale troppi innocenti hanno dovuto fare i conti. Tra questi c’è Antonio Giglio, morto a 4 anni il 27 aprile 2013: figlio della compagna di Caputo, Antonio sarebbe caduto dal settimo piano del palazzo, quel palazzo “maledetto”.

Ad oggi si chiede giustizia. Ad esprimersi è Angelo Pisani, l’avvocato che fin dalla morte di Fortuna assiste la famiglia Loffredo, e che chiede fortemente la riesumazione del corpo del piccolo Antonio. “Il corpo di Antonio va riesumato; la giustizia deve arrestare tutti i responsabili.” Queste le parole dell’avvocato, convinto, peraltro, che non sia soltanto Caputo il responsabile dell’uccisione di Fortuna. Pisani, poi, continua:  “La caduta di Antonio non è stata accidentale, ma non è improbabile che sia maturata nello stesso contesto di Fortuna. Auspico che l’autorità giudiziaria affidi gli accertamenti al Ris dei Carabinieri affinché le indagini abbiano la stessa efficacia di quelle che si fanno al Nord”.

Tanti  punti di domanda ed ancora troppe le questioni irrisolte. Mentre si continua a far luce sulla vicenda, comunque, nessuno più pare abbia intenzione di tacere. Bisogna essere uniti, bisogna farsi giustizia da soli: è l’unico modo per evitare di incorrere in altri, e nuovi, orrori.


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