“Era una persona instabile ma non un pazzo, perché un pazzo non fa quello che lui ha fatto a me”. Così si apre l’intervista a Maria Antonietta Risitani, la donna scampata all’aggressione del marito Ciro Russo, 42enne originario di Ercolano. Il 12 Marzo scorso, l’uomo era evaso dagli arresti domiciliari, aveva raggiunto la donna a Reggio Calabria, e ha cercato invano di ucciderla dandole fuoco in auto.
L’intervista è andata in onda oggi su Storie Italiane, uno dei programmi del mattutino di RaiUno. Proprio nello stesso programma in cui ieri si era discusso del caso del “Terapista Orco”, Maria Antonietta, dal letto dell’ospedale presso il quale è ricoverata, ha ricordato l’angoscioso evento, raccontando il tutto nei minimi particolari.
“Mi ha speronato la macchina. Mi ha buttato la benzina e mi ha detto ‘muori’. Ho iniziato a sentire il calore delle fiamme. Ho aperto lo sportello della macchina dal lato passeggero, dove c’era lui, e sono scappata. Lui mi ha buttato la benzina sul volto dicendo di nuovo ‘muori’. Ho spento il viso in una pozzanghera. Ho cominciato a spogliarmi per strada fino ad arrivare in un luogo in cui, la prima cosa che ho fatto è stato specchiarmi. In quello specchio, pur vedendo come ero combinata, mi sono detta ‘Maria Antonietta ce l’hai fatta’. Ho chiamato subito la Polizia perché avevo paura per i miei figli”.
La donna ha anche approfittato delle telecamere di RaiUno per lanciare un importante messaggio. Ella stessa ha spiegato: “Dopo questa situazione ho iniziato ad avere più fiducia in me stessa e a voler più bene alle persone. Rido spesso con il mio primario, il dottor Maggio, con la dottoressa Angelini che mi fa sentire bella. Rido con i miei familiari, mi coccolano tutti quanti. Difficilmente mi arrabbio. Ho iniziato ad apprezzare le cose belle della vita, la semplicità, e a ricordare l’infanzia. E quindi dico una cosa, non tutti i mali vengono per nuocere”.
Insomma, vi è stata una testimonianza importante su un caso di cronaca nera dei nostri giorni. Uno scenario che dovrebbe far riflettere non solo sul tema della violenza, ma anche su quello della sicurezza.
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